Frosinone, riconosciuta la malattia professionale ad un operaio affetto da fibrosi polmonare
L'uomo per 22 anni ha respirato fibre e polveri tossiche di amianto, l’esposizione avveniva in modo diretto, indiretto e per contaminazione ambientale. La CTU medico-legale ha confermato il nesso causale tra la malattia e l’ambiente di lavoro. Il Tribunale ha condannato l’INAIL a indennizzarlo


(AGR) di Donatella Gimigliano
Il Tribunale del Lavoro di Frosinone ha condannato l’INAIL a riconoscere la malattia professionale causata dall’esposizione all’amianto ad un'ex operaio di un'azienda di Anagni.
La sentenza parla chiaro: attraverso numerose testimonianze di ex colleghi, è emerso che l’esposizione all’amianto avveniva in modo diretto, indiretto e per contaminazione ambientale. “Eravamo in contatto quotidiano con polveri, anche di amianto. A me è stato accertato che ho polvere di vetro smerigliata nei polmoni. Dai rulli della linea usciva la polvere di amianto. L’amianto era un po’ ovunque, anche nella copertura dei tetti”, si legge in uno dei passaggi più drammatici della sentenza.
La CTU medico-legale ha poi confermato il nesso causale tra la malattia e l’ambiente di lavoro. Il Tribunale ha quindi condannato l’INAIL a indennizzarlo per danno biologico, per un importo quantificato in circa 20.000 euro (stime ONA).
“Questa non è solo una vittoria personale: è il simbolo di una battaglia collettiva per i lavoratori invisibili, quelli che per decenni hanno respirato la fibra killer nel silenzio delle istituzioni.” - dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, che sottolinea “la negazione iniziale dell’INAIL rappresenta una grave ferita alla dignità di chi ha lavorato duramente e in condizioni pericolose”.
L’ONA è impegnato nella tutela delle vittime, dei loro familiari e dei lavoratori esposti tramite il sito www.osservatorioamianto.it, o il numero verde 800 034 294.