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Cinque Arresti In Provincia Di Ancona Per Traffico Di Rifiuti, Corruzione E Turbativa D’asta Negli Affidamenti Di Lavori Pubblici

Disposto anche il sequestro di € 82.420 a carico di un’azienda di Jesi e il sequestro di tre aree utilizzate per smaltire illegalmente rifiuti speciali anche pericolosi, tra cui gli spazi di pertinenza di una scuola d’infanzia

printDi :: 30 ottobre 2023 19:41
Cinque Arresti In Provincia Di Ancona

Cinque Arresti In Provincia Di Ancona

(AGR) Ancona, In un'azione congiunta  condotta da 30 Carabinieri Forestali del Gruppo di Ancona, 30 Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ancona e 10 militari della Capitaneria di Porto Guardia Costiera di Ancona, sono state eseguite misure cautelari personali e reali a carico di cinque individui e un'azienda. Queste misure sono state disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Ancona, nell'ambito di un'indagine iniziata nel 2020 e diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Ancona.

Un imprenditore di un'azienda con sede nel comune di Jesi è stato condotto in carcere, mentre altre quattro persone, tra cui un altro imprenditore e tre pubblici ufficiali, sono state collocate agli arresti domiciliari. Questi soggetti sono accusati di vari reati, tra cui il traffico illecito di oltre 2.000 tonnellate di rifiuti, anche pericolosi, di varia natura. Inoltre, sono imputati per corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e truffa ai danni dello Stato.

 
Parallelamente a queste azioni, è stato disposto il sequestro di denaro per un totale di € 82.420, attraverso il blocco dei conti correnti bancari e postali di un'azienda con sede legale in Jesi. Gli amministratori di questa società sono accusati di aver avviato un sistema di tangenti per ottenere appalti pubblici e smaltire illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti.

Cinque Arresti In Provincia Di Ancona

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L'indagine, iniziata nel 2020, inizialmente si concentrava sugli abbandoni di rifiuti in aree non autorizzate e sui conferimenti illeciti presso il centro di raccolta di Jesi. Dopo aver scoperto un sistema non lecito di conferimenti di oltre 1.600 tonnellate di rifiuti da demolizione e vegetali, provenienti da attività imprenditoriali e illegalmente conferiti al centro di raccolta di Jesi, l'attenzione degli investigatori si è estesa al settore degli appalti pubblici. È emerso un sistema consolidato di favori e tangenti posto in essere dagli amministratori di fatto di un'impresa con sede legale nel comune di Jesi. Questi imprenditori, per massimizzare illecitamente i profitti, facevano leva sulla corruzione di tre pubblici ufficiali impiegati presso l'A.S.T. di Ancona, l'INRCA di Ancona, la Società Jesiservizi (che gestisce il centro di raccolta rifiuti di Jesi) e un professionista incaricato quale custode giudiziario di un'area oggetto di fallimento. Attraverso questi canali ottenivano lavori pubblici attraverso turbative d'asta e smaltivano illegalmente 59 tonnellate di rifiuti di varia natura.

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Le indagini relative agli appalti irregolari hanno riguardato opere realizzate nell'ultimo triennio presso strutture sanitarie della provincia di Ancona. Le anomalie hanno interessato sia la fase di affidamento degli incarichi sia la successiva fase della materiale esecuzione degli appalti. Durante le attività investigative, è stato individuato il pagamento in contanti della tangente ai pubblici ufficiali che avrebbero fornito informazioni riservate inerenti alle procedure di gara. Gli stessi imprenditori favoriti, dopo essersi aggiudicati l'appalto, avrebbero altresì eseguito i lavori non rispettando le condizioni contrattuali, grazie alla complicità dei suddetti dipendenti pubblici che, consapevolmente, non avrebbero vigilato sull'esecuzione dei medesimi.

Cinque Arresti In Provincia Di Ancona

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Dal punto di vista dei reati ambientali, è risultato che gli imprenditori indagati avrebbero smaltito terre contaminate da idrocarburi pericolosi in una buca dislocata negli spazi di pertinenza di un asilo nel comune di Jesi e altre 72 tonnellate di rifiuti di varia natura occultati in una buca di 800 metri cubi scavata in un'area oggetto di fallimento. Sarebbe stato altresì accertato lo smaltimento di oltre 325 tonnellate di rifiuti di varia natura, tra cui terre contaminate da idrocarburi, presso una ex cava di proprietà dell'impresa indagata e in particelle demaniali site sulla sponda sinistra del fiume Esino vincolate paesaggisticamente. L'Autorità Giudiziaria ha pertanto disposto il sequestro preventivo dei tre siti oggetto di smaltimenti illegali dei rifiuti.

L'entità di questa operazione, volta a tutelare l'ambiente e il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione, testimonia l'unità di intenti dell'Autorità Giudiziaria e delle Forze di Polizia nel contrastare le più insidiose forme di illegalità, le cui conseguenze ricadono sulla salute della collettività e danneggiano gli onesti, facendo aumentare i costi dei servizi pubblici, a danno della loro efficienza.

Cinque Arresti In Provincia Di Ancona

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Quanto sopra, si comunica, nel rispetto degli indagati che sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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