Casalpalocco: INPS condannata a riconoscere i benefici per esposizione da amianto ad impiegata di 64 anni
La donna esposta alla fibra killer è affetta da fibrosi polmonare e ispessimenti pleurici. La lavoratrice, dopo il riconoscimento della malattia professionale asbesto correlata, ha chiesto all’INPS la ricostituzione della posizione contributiva che era stata rigettata.
Amianto foto pixabay
(AGR) Il Tribunale di Roma ha condannato l’INPS a riconoscere il prepensionamento e a rivalutare la posizione contributiva della donna di 64 anni esposta all’amianto durante la sua attività professionale come impiegata presso l’ufficio amministrativo nei container con materiali di amianto, del Consorzio di Casalpalocco, che si occupa di varie attività di manutenzione della zona residenziale nel quadrante ovest del Comune di Roma. La donna, ignara e inconsapevole della condizione di rischio, è stata esposta alla fibra killer ed ha subito un danno biologico causato da una fibrosi polmonare diffusa e ispessimenti pleurici riconosciuto anche dall’INAIL a conclusione di una precedente causa.
In un piazzale vicino agli uffici venivano stipate lastre in cemento e cartoni amianto, e in alcuni casi, il materiale veniva stipato con esposizione alle intemperie, al vento, con riduzione allo stato polveroso ed aerodispersione e inalazione in danno dei lavoratori.
La lavoratrice, dopo il riconoscimento della malattia professionale asbesto correlata, ha chiesto all’INPS la ricostituzione della posizione contributiva che era stata rigettata e, grazie al ricorso dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ora ha finalmente ottenuto giustizia.
“Questa decisione del Tribunale dimostra che ci sono state funzioni amministrative svolte in luoghi altamente contaminati, e rappresenta una svolta per gli impiegati esposti perché introduce una tutela che è sempre stata riconosciuta solo a chi manipolava il cancerogeno” sottolinea Bonanni.
Ernesto Vetrano, consigliere del Consorzio di Casalpalocco ha dichiarato: "E' una questione che va avanti da vent'anni e finalmente si è giunti ad una conclusione. Per quanto riguarda il Consorzio volevo ricordare che l'attuale gestione non appena insediata (fine 2012) ha provveduto a cambiare sede trasferendosi nei nuovi locali aventi tutti i requisiti di salubrità per gli operai, impiegati e pubblico previsti dalla normativa sanitaria. Il piazzale a cui si fa riferimento nella nota dell'ONA è stato bonificato molti anni fa, ancor prima dell'inizio della nuova gestione".