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Carabinieri, sette in manette per incendio, estorsione e spaccio

I militari di San Donà del Piave hanno arrestato sette persone dopo una indagine nata da due incendi dolosi di furgoni di una ditta che hanno permesso di risalire ad esecutore e mandante e gli altri componenti della banda.

printDi :: 04 gennaio 2021 10:14
Carabinieri, sette in manette per incendio, estorsione e spaccio

(AGR) I Carabinieri della Compagnia di San Donà di Piave hanno arrestato 7 persone, perché ritenute responsabili, a vario titolo, di “incendio, estorsione e detenzione di sostanze stupefacenti”.Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Donà di Piave con la collaborazione del ROS, hanno avuto origine da due atti intimidatori verificatisi in città nel mese di gennaio e di settembre del 2020, nel corso dei quali erano stati incendiati due furgoni di una ditta del luogo operante nel settore dell’assemblaggio di minuterie metalliche.

L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Venezia e sviluppata con il supporto di strumenti tecnici, ha permesso di individuare in un 48enne pregiudicato del luogo l’esecutore materiale degli incendi e nel 55enne L.M. il mandante delle azioni criminose. Tali atti sarebbero maturati in seno alla famiglia di quest’ultimo a causa di un vecchio credito vantato nei confronti del cognato, resosi irreperibile, dell’ignaro titolare della ditta. L’estorsione che ha visto coinvolti altri persone che si prodigavano anche nel tentativo di rintracciare in ogni modo la vittima, si caratterizza per le gravi e pressanti minacce indirizzate alla stessa.

 
Nel corso dell’indagine si è appurata, inoltre, la presenza di un’altra persona, del portogruarese, perseguitata da pressanti richieste estorsive da parte di alcuni arrestati verosimilmente originate dal mancato pagamento di una partita di stupefacente. Inoltre è emerso che sempre L. M., anche in concorso con uno dei fermati, era attivo in San Donà di Piave nello spaccio di cocaina.Gli arrestati sono stati tutti condotti in carcere ove rimangono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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