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Carabinieri, al comune di Genazzano restituiti documenti e libri, sottratti dall'Archivio storico

Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma restituisce al Comune di Genazzano (RM), migliaia di documenti archivistici e librarie. I documenti, parte dei quali erano stati individuati su un famoso social network, rivestono elevato interesse culturale per la storia pre e post-unitaria del Comune

printDi :: 21 dicembre 2021 14:58
Carabinieri, al comune di Genazzano restituiti documenti e libri, sottratti dall'Archivio storico

(AGR) Lo scorso 15 dicembre 2021, in Genazzano (RM), presso il Castello Colonna, il Capitano Francesco Nicolò PIRRONTI, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di ROMA, ha restituito migliaia di documenti archivistici e librari, risalenti al periodo compreso tra il XVII e il XIX secolo, trafugati in data imprecisata dall’Archivio Storico e dalla Biblioteca di quel centro.

I documenti, parte dei quali erano stati individuati su un famoso social network, rivestono elevato interesse culturale per la storia pre e post-unitaria del Comune di Genazzano.

 
Le indagini sono state avviate nel mese di agosto 2020 dai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, collaborati nella fase esecutiva dai Carabinieri della Stazione di Genazzano, a seguito di una comunicazione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio che segnalava la pubblicazione di un post, su un noto social network, contenente delle fotografie ritraenti diversi documenti certamente provenienti dall’Archivio Storico del Comune di Genazzano, presumibilmente detenuti illecitamente da privati.

Le successive attività svolte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma, che si sono avvalsi anche della Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, hanno consentito di individuare e recuperare i documenti archivistici presso l’abitazione di un privato residente nella città di Genazzano, il quale spontaneamente consegnava quanto illecitamente detenuto, per un totale di una trentina di faldoni contenenti molteplici tra documenti archivistici e bibliografici, tutti beni culturali di carattere demaniale, riconducibili non solo all’Archivio e alla Biblioteca del Comune laziale ma anche ad altre amministrazioni ed enti locali, come ad esempio, la Biblioteca della Banca d’Italia (sede di Roma), la Biblioteca Comunale di Serrone (FR), l’Archivio Storico del Comune di Cingoli (MC) e l’Archivio di Stato di Palermo ai quali sono stati restituiti.

Di fondamentale importanza per l’individuazione dei preziosi beni e per l’accertamento della loro appartenenza al patrimonio dei vari enti prima citati, nonché per riconoscerne l’autenticità ed il valore culturale, è risultata la sinergica collaborazione con il personale altamente specializzato della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio.

La restituzione dei beni archivistici e librari, disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli che ha coordinato tutte le attività di indagine, ha riportato i preziosi documenti presso le loro originarie collocazioni, ove potranno tornare ad essere oggetto di studio, consultazione e fruizione da parte del pubblico.

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