Anzio, ex-genero con un complice rapina e tenta di uccidere la "suocera", due arresti
La donna, che si trovava al cimitero per visitare la tomba del defunto marito, era stata aggredita rapinata della borsa, di alcuni gioielli e delle chiavi della macchina che non era stata rinvenuta nel parcheggio del cimitero. Aveva la testa e il volto completamente fasciati da nastro adesivo.
(AGR) La sera del 1 novembre scorso i poliziotti della IV Sezione della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato di P.S. Anzio-Nettuno, all'esito di attività d'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, hanno sottoposto al fermo di indiziato di delitto due cittadini italiani, nei confronti dei quali sono emersi dei gravi indizi di colpevolezza in relazione al tentato omicidio e rapina, in concorso tra loro, commessi la mattina del 25 ottobre scorso all'interno del cimitero civile di Anzio.
Quel giorno, intorno alle quindici, una passante, nel percorrere una stradina del cimitero, notava all'interno di una cappella chiusa da una porta a vetri un corpo esanime riverso a terra, con la testa e il volto completamente fasciati da nastro da pacchi adesivo.
Il custode del cimitero aveva allertato il pronto intervento di personale della Polizia di Stato e del 118, che aveva tolto nell' immediatezza il nastro adesivo dalle vie respiratorie della vittima, scongiurandone il soffocamento.La donna di 76 anni di età veniva trovata priva di sensi. Immediatamente trasportata in ospedale, giungeva in stato confusionale e senza ricordo di quanto le era accaduto.
Da una prima ricostruzione dei fatti e dal sopralluogo, effettuato con l'ausilio del Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica, è emerso che la donna, che si trovava al cimitero per visitare la tomba del defunto marito, era stata aggredita all'improvviso e con violenza, rapinata della borsa, di alcuni gioielli e delle chiavi della propria autovettura, che non era stata rinvenuta nei pressi dei parcheggi del cimitero.
In relazione alle peculiari modalità di azione, le attenzioni investigative si sono da subito concentrate sul contesto relazionale della vittima, in particolare nei confronti dell’ex compagno della figlia che, due mesi prima, era stato allontanato dalla casa familiare con divieto di avvicinamento a quest' ultima, con provvedimento cautelare disposto dal GIP del Tribunale di Velletri, per l'ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia.
Le attività d'indagine della Squadra Mobile e del locale Commissariato di P.S. hanno consentito di ricostruire compiutamente la dinamica del delitto, facendo emergere gravi indizi relativi al risentimento dell'ex genero nei confronti della vittima e di sua figlia, l’ex compagna che aveva deciso di interrompere la relazione con lui. L’uomo, già nella fase di preparazione dell'aggressione, avrebbe operato con un complice, ponendo in essere un vero e proprio agguato che, per le modalità con cui è avvenuto, era idoneo a cagionare la morte della donna, evento non verificatosi per cause indipendenti dalla loro volontà.
Il Gip presso il Tribunale di Velletri ha convalidato il fermo di indiziato di delitto disponendo per entrambi gli indagati la misura cautelare della custodia in carcere.
Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.