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Ostia, le "martoriate" spiagge libere

SIX Municipio presenta esposto alla Corte dei Conti: spendiamo soldi pubblici per raccogliere la sabbia volata via dalle spiagge, diventata un rifiuto speciale e deve essere trattata come tale, ma non spendiamo mezzo centesimo per evitare che accada

printDi :: 06 maggio 2020 14:47
aiuole lungomare ponente

aiuole lungomare ponente

(AGR) "Drammatica la condizione in cui versa il litorale di Ponente - afferma Marco Possanzini SI X Municipio -  dove la maggioranza M5S continua a promettere miracoli senza assumersi la responsabilità di quanto “fatto” fino ad ora. Ci hanno raccontato a parole mega progetti di rilancio e riqualificazione per il litorale di ponente, restyling e quant'altro. Il risultato è ampiamente misurabile e si traduce in aiuole dismesse, siepi di pitosforo completamente essiccate, palme vistosamente ripiegate sul fusto ed in profonda sofferenza.

Strano perché il nuovo impianto di annaffiamento, celebrato come una delle opere di irrigazione più avanzate ed efficienti del secolo, molto probabilmente si è guastato addirittura prima di entrare in esercizio nonostante qualcuno lo abbia anche dovuto collaudare. Sulle siepi e le palme rinsecchite pare ci sia un contratto di assicurazione di cui sappiamo poco o nulla e quindi la nuova piantumazione dovrebbe essere a costo zero, ma sull’impianto di innaffiamento?

 
Stupisce comunque che una ditta, consapevole che quell’opera di piantumazione fatta in pieno inverno sarebbe finita a carte quarantotto, abbia sottoscritto un’assicurazione per intervenite e sostituire a proprie spese le piante morte. Al netto della disastrosa fine a cui sono esposte le piante e le essenze piantumate sul lungomare di Ponente, c’è la questione relativa alla sabbia spolverata dal vento e che, volando via, si deposita su strade, tombini, marciapiedi. Le perturbazioni, i venti di libeccio e di scirocco non sono una novità del 2020, una iattura che può cogliere impreparati gli amministratori, e non aver predisposto durante le stagioni invernali ed autunnali nemmeno una barriera in fibra naturale ad impatto praticamente nullo in  grado di impedire la dispersione della sabbia, è una responsabilità su cui si dovrebbe quanto meno rispondere anche perché i soldi pubblici utilizzati per rimuovere periodicamente la sabbia da strade e tombini non crescono sugli alberi.

Ricapitolando, spendiamo soldi pubblici per raccogliere la sabbia volata via dalle spiagge, quelle poche spiagge libere rimaste per altro, spendiamo soldi pubblici per trattare questa sabbia che, una volta contaminata con residui di oli, asfalto ecc.. è diventata un rifiuto speciale e deve essere trattata come tale, spendiamo risorse pubbliche ad ogni perturbazione perchè appena viene tolto il cumulo di sabbia formatosi se ne riforma immediatamente un altro da rimuovere, ma non spendiamo mezzo centesimo per evitare che la sabbia voli via dalle spiagge programmando l’installazione di barriere in fibra naturale anti dispersione. Per questi motivi abbiamo aggiornato l’esposto presentato alla Corte dei Conti perché qualcuno prima o poi dovrà rispondere sull’utilizzo, quanto meno discutibile, delle risorse pubbliche".

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