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Movimento5stelle: rottura dovuta al cedimento strutturale dell’oleodotto

print18 dicembre 2015 11:28
Fabiola Velli - consigliera comunale

Fabiola Velli - consigliera comunale

(AGR) Verso metà novembre alcuni contadini della zona di Castel di Guido Monti Sallustri, in una zona di massima protezione particolarmente importante dal punto di vista archeologico e della Riserva del Litorale, al confine fra i comuni di Roma e Fiumicino, hanno rilevato nei campi pronti per la semina di coltivazioni biologiche, ampie pozzanghere oleose caratterizzate da un forte odore di carburante.

Una delegazione di portavoce del Movimento5stelle fra cui i deputati Federica Daga e Stefano Vignaroli e la consigliera comunale Fabiola Velli, si è recata sul posto per un sopralluogo e sembra ritenere possibile che si tratti di una rottura e non di un furto, considerato che la zona interessata è fuorimano e difficile da raggiungere, e che la costruzione dell’oleodotto risale agli anni ’60 e la sua efficienza e sicurezza è tutta da verificare.

A settembre si era gia’ verificato un primo sversamento di kerosene presumibilmente dalla condotta che dal deposito di Pantano di Grano, attraversando i campi coltivati, porta il carburante aereo al deposito aeroportuale di SERAM, ed allora erano intervenuti i tecnici ENI che avevano provveduto ad "aggiustare" l’oleodotto. Si tratterebbe di uno sversamento grave quanto quello del novembre 2014, che venne immediatamente rilevato e denunciato in quanto il carburante finì nei corsi d’acqua di una zona abitata, mentre in questo caso l’impressione è che si stia cercando di minimizzare l’accaduto.

Il danno è ingente, considerata la vicinanza di 3 sorgenti, di cui una di acqua potabile, ed il fatto che si tratta di terreni coltivati con metodi di agricoltura biologica, che ora rischiano di perdere i requisiti necessari per la certificazione.

La delegazione del Movimento5stelle sembra più protendere per "una rottura dovuta al cedimento strutturale dell’oleodotto, ormai fatiscente, che di un semplice furto. Il punto è che molti oleodotti sono obsoleti e mettono a rischio il territorio e l’ambiente, ed è pertanto necessario che vengano effettuati i controlli sullo stato e la manutenzione degli oleodotti stessi e che ENI paghi i danni e chiuda i tratti a rischio. Questo porterebbe ad attribuire le responsabilita’ dei danni ad ENI".

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