Ecosistema urbano 2018, Roma agli ultimi posti

Roma continua ad essere nel fondo della classifica per la sostenibilità ambientale, all’87° posto (88° nel dossier 2017) e impressionano le 32 posizioni perse in 11 anni (Roma 55° nel dossier 2007).
Analizzando i parametri, è il ciclo dei rifiuti ad aver causato il crollo degli ultimi anni: è salita di numeri irrisori la differenziata al 44.3% (dossier 2018) e manca totalmente la fase impiantistica, come è evidente dalla ricostruzione dello “Spazzatour”, il viaggio della monnezza verso impianti su tutto il territorio nazionale e oltre, tranne che a Roma, dove invece rimangono TMB stracolmi e discariche ovunque in strada. Ma è anche la mobilità che tiene la capitale in fondo alla graduatoria: l'uso dei mezzi pubblici rimane fermo a 328 viaggi all'anno per abitante e ferma è anche l'offerta di trasporto pubblico con 57 Km percorsi annualmente dalle vetture per ogni abitante residente, di contro ci sono 61 auto ogni 100 abitanti. Dati alla mano poi, a Roma si attendono i mezzi pubblici per 20 minuti in media, molto peggio di tutte le altre capitali europee analizzate e si perde il 40% del tempo a causa del traffico congestionato, durante i tragitti in auto. Diminuiscono le isole pedonali da 0,17 metri quadri per abitante a 0,12 e invariate per ora anche le piste ciclabili con 1,27 metri per abitante di corsie per bici. Sempre secondo il dossier di Legambiente, Roma è sul podio delle peggiori città per inquinamento da Biossido di Azoto con No2 medio a 50,72 mg/mc (Microgrammi per metro cubo di aria), concentrazioni lievemente più alte in Italia ci sono solo a Torino e Monza. Aumentano i giorni di superamento di Ozono (limite giornaliero a 120 mg/mc) e migliora solo in maniera insignificante il PM10 con una concentrazione media di 27.5 contro i 28,75 ug/mc al giorno dell’anno scorso.
“Roma rimane piantata nel fondo delle classifiche di qualità ambientale perché è piena di rifiuti in ogni angolo della città, con TMB stracolmi e viaggi assurdi di automezzi che spargono la monnezza romana in ogni angolo d’Italia e non solo – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -, ma anche per un sistema di mobilità “immobile” che paralizza tutti nel traffico, con auto private che riempiono le strade e nessun salto di qualità del trasporto pubblico, per il quale non sono di certo determinanti i pochissimi recenti cantieri per ciclabili o preferenziali. A Roma c’è bisogno di metropolitane nuove, prolungamenti delle attuali linee, nuovi tram, preferenziali su tutte le strade e sono insufficienti del tutto gli annunci di blocchi futuri alle auto più inquinanti: bisogna liberare oggi, completamente, il cuore della città da macchine, bus enormi, taxi, veicoli di ogni genere, frenando le emissioni di gas inquinanti e restituendo le strade alle persone, ai romani e a milioni di turisti”.
Nel resto del Lazio grave la posizione di Frosinone (101°), peggiora Latina che scende al 89° posto (61° nel dossier 2017), risale Rieti al 61° (era 89° nel 2017); Viterbo al 60° posto.
Nei capoluoghi fuori Roma, i dati sulla percentuale di raccolta differenziata sono molto bassi a Latina, che scende al 23,9% di RD, sale a Viterbo al 55.2%. La differenziata continua a non funzionare a Frosinone ferma ad un irrisorio 18%, dato che costringe in basso nella classifica il capoluogo ciociaro insieme ai pessimi numeri della qualità dell'aria: PM10 in concentrazione media di 35ug/mc superati per 32 giorni, 33 invece i giorni di superamento dei limiti di ozono e 33,5ug/mc di No2 medio nell'aria. "Qualche iniziativa oggi in cantiere o messa in campo negli ultimi mesi in materia di raccolta differenziata, di piste ciclabili o di verde urbano non migliora la situazione complessiva dell'ecosistema di Frosinone - commenta Francesco Raffa coordinatore provinciale di Legambiente a Frosinone - che rimane decisamente preoccupante per quanto concerne i parametri riguardanti la qualità dell'aria, le perdite idriche e il trasporto pubblico locale sui quali occorre agire con provvedimenti coraggiosi e tempestivi che possano incidere in modo efficace e duraturo sulla Mal'aria che si respira nella città di Frosinone".
Capitolo a parte sul ciclo dell'acqua e dito puntato di Legambiente su ACEA, gestore del servizio idrico della Città Metropolitana di Roma e della provincia di Frosinone oltre che della capitale, che nonostante la siccità 2017, non fornisce dati aggiornati sulla dispersione, e si rimane al vecchio dato del 44% di dispersione idrica in provincia di Roma e il terribile 75,4% in provincia di Frosinone, consumi di 165 l/ab/anno nella capitale e 150 nel capoluogo ciociare. A Rieti addirittura la dispersione idrica peggiora arrivando al 64.4% (dal 55%). Diminuisce sensibilmente la dispersione a Latina migliorando col 56.3% (dal 65%) e 129 l/ab contro i 131 l/ab/anno di consumi.
“È preoccupante la posizione in fondo alla classifica di Frosinone e Latina, il dato complessivo di raccolta differenziata nel Lazio continua a migliorare di certo né grazie alla capitale, né a questi capoluoghi tutt'altro che virtuosi – conclude Roberto Scacchi - e sono allarmanti i dati sulla dispersione idrica. Sul ciclo dell'acqua, a fronte di un sensibile miglioramento a Latina, non risolutorio ma che certifica che si stanno affrontando i problemi con concretezza, denunciamo la mancanza di dati, per l’ennesima volta, dal gestore del servizio idrico di Roma, della Città Metropolitana e della Provincia di Frosinone. È molto grave che Acea e le sue componenti territoriali non forniscano numeri aggiornati sulla dispersione, dopo i disastri ambientali come quello di Bracciano e dopo la crisi idrica durante la siccità 2016-2017. Oltre i grandi annunci di tappi messi un po’ dovunque nella rete, non abbiamo alcun numero concreto che ci porta a immaginare miglioramenti, evidentemente le reti idriche della capitale e della ciociaria sono ancora colabrodo e torneremo ad accorgerne, nostro malgrado, ai prossimi mesi di siccità che saranno sempre più frequenti, a causa dei mutamenti climatici che abbiamo scatenato con le emissioni i gas climalteranti”.