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Finanziaria: vendete la RAI e.... investiamo sulla sanità

Non si riesce a capire che i tempi sono cambiati. Il cittadino italiano non ha voglia di cacciare dal suo portafoglio un euro per i lauti stipendi di chicchessia giornalista. Preferisce aumentare gli stipendi degli insegnanti, al personale sanitario e alle forze dell’ordine.

printDi :: 09 ottobre 2024 20:58
Logo Rai foto pixabay

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(AGR) Di Ruggero Cametti

La”finanziaria 2025 ”e’ alle porte. ”Saranno richiesti sacrifici a tutti.”(Giorgetti a Bloomberg, giorni fa ). E’ poi cominciato il gioco mediatico per individuare chi sono i tutti e in che misura saranno coinvolti. Chi afferma una linea , chi un’altra.Noi , dal nostro piccolo, un suggerimento per il ministro dell’Economia e delle Finanze, ce l'avremmo...

Perchè non “VENDETE LA RAI.” ?Privatizzare la rai consente da una parte la sopravvivenza del servizio per chi lo gradisce, dall’altro consente al cittadino di scegliersi ed eventualmente pagarsi il servizio di intrattenimento che meglio gli aggrada.

Dal sito della Rai leggiamo “ È il 3 gennaio del 1954 quando ha inizio il regolare servizio di televisione e la Rai appare sul piccolo schermo con il suo primo canale. Alla fine del '54 la televisione raggiunge il 58% della popolazione (nel 1961 raggiungerà il 97% degli italiani). Le trasmissioni radiofoniche, invece, sono diffuse ormai regolarmente dai primi anni '20 con tre reti nazionali: il Primo, il Secondo e il Terzo Programma.
Nei primi dieci anni di vita gli abbonamenti crescono costantemente: dai 24.000 del '54 a oltre 6 milioni nel 1965. In ogni casa e ritrovo pubblico si raccoglie tutto il vicinato per vedere la Tv.(La Rai si connota come servizio pubblico pagato dagli italiani.)

La televisione, come Servizio Pubblico, viene pensata non solo come occasione di intrattenimento ma anche come strumento di educazione e informazione: si pensa che il mezzo televisivo possa aiutare a combattere il diffuso analfabetismo. In tal senso contribuisce a creare una lingua nazionale molto più di quanto sia stata in grado di fare la scuola.”

Da allora, molta acqua e’ passata sotto i ponti.  Con il tempo, infatti, abbiamo assistito all’introduzione di servizi d’intrattenimento sempre più moderni ed evoluti, dalla TV tradizionale via cavo alla pay TV e/o al pay per view e, negli ultimi tempi, allo streaming video on demand.

Le motivazione che sostenevano la RAI del1954 , oggi non reggono piu’.

Nel 2003 nasce sky e tutto cambia. Le emittenti televisive si moltiplicano in tutto il paese. Svolgono un servizio di informazione ,educativo e di intrattenimento efficiente , sono seguite da affezionati spettatori .Alcune sono gratis, (La 7, NOVE tv, TV8 e altri ) in quanto vivono di promozioni pubblicitarie , altre a pagamento come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+,DAZN, TIM Vision, Infinity+,Discovery+ e altre.

Perche’ devo necessariamente pagare il canone tv e non posso essere libero di pagarmi quello che preferisco? Come dice Cacciari “Il canone ci viene imposto come una tassa .Una tassa per mantenere la casta dello pseudogiornalismo e dello pseudospettacolo.”( da i Nuovi Vespri del 21 aprile 2017)

Ed ancora il 16 aprile 2024 Cacciari a Otto e Mezzo ha asserito “Discovery va meglio della Rai ? Bene, vendetela ! … “La Rai? È tutto scritto, basta fare un po’ di conti della Rai rispetto agli altri. Servizio pubblico? Macché servizio pubblico, de che? Ma de che? Ma da quando? Se c’è una seria competizione è una buona notizia… Chiuda, basta. Si fanno un po’ di soldi, si sbaracca, si vende, fine dei giochi, si usano quei soldi per la sanità”. (by  BUBINOBLOG)Non e’ solo questione di rispettare la liberta’ di scelta degli individui o favorire la sana concorrenza per aumentare la qualita’ del servizio. E’ prendere le distanze da una gestione della “res pubblica “ inquietante e sconcertante. Il direttore di Rai Tre e’passato a dirigere il giornale Repubblica. Il posto e’vacante e occorre individuare un nuovo direttore. Quello e’ vicino ai Cinquestelle, questo e’ prossimo al PD, Tizio non piace a Caio ma e’ sopportato da Sempronio. La destra deve dire la sua. Ci dicono che e’ sempre stato cosi’ ……..

Forse e’ il caso di cambiare registro. Non si riesce a capire che i tempi sono cambiati. Il cittadino italiano non ha voglia di cacciare dal suo portafoglio un euro per i lauti stipendi di chicchessia giornalista. Preferisce aumentare gli stipendi degli insegnanti, al personale sanitario e alle forze dell’ordine.

I radicali cosi’ capaci di attivarsi per conoscere la volonta’ popolare, non se la sentono di predisporre un quesito referendario sul gradimento del canone TV da parte degli italiani? Quante volte il povero Pannella denunciava che per i radicali non c’era spazio in RAI?

Nel centrodestra non riusciranno mai a intraprendere una battaglia del genere. Sono da sempre intimiditi dalla sinistra e alla sinistra il monopolio dell’informazione piace assai. Il trattamento riservato – giorni fa - a Bruno Vespa nel corso della serata per la celebrazione dei 100 anni della Radio e i 70 della Rai e’ rappresentativo di cosa e’ veramente la RAI.

Il bravo giornalista in una breve nota in cui evidenziava che il proprio programma, ” Porta a Porta” (durato 30 anni), non era stato nemmeno menzionato, a differenza di “Chi l’ha visto”,” Mixer “ed altri, dalla dirigenza della serata, ,conclude “ Cambiano le stagioni, ma l’anima profonda della Rai resta sempre della stessa parte.”(dal Corriere della sera del 6/10/24)

E pretendono che gli Italiani paghino i loro giochini!

NdR: Ruggero Cametti è un politico di lungo corso, nato nella Democrazia Cristiana ha avuto incarichi importanti nella DC Capitolina e sul litorale è stato più volte consigliere municipale. Ritiratosi dalla politica attiva da alcuni anni cura la campagna elettorale di giovani politici della capitale e ha continuato ad occuparsi di politica affiancando con preziosi consigli gli esponenti politici locali. Profondo conoscitore delle problematiche del X Municipio dove ha lavorato e si è impegnato per anni è un punto di riferimento per il centrodestra anche se resta un importante e competente conoscitore della politica, sopratutto locale. Collabora con AGR esponendo il suo punto di vista sui tanti temi della politica. Buona lettura (e.b.)

foto pixabay

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