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Derby romano bellissimo – Alla Roma la vittoria, alla Lazio l’onore delle armi

LAZIO - ROMA 0 - 1

printDi :: 22 settembre 2025 18:03
LAZIO - ROMA 0 - 1

LAZIO - ROMA 0 - 1

(AGR) Veloce, con spettacolari ribaltamenti di fronte, ben giocato da due squadre strategicamente e tatticamente gestite al meglio: questo è stato il derby romano. Al top della loro condizione psico-fisica, Lazio e Roma hanno dato vita ad una performance di livello europeo medio-alto. Feroci nella determinazione di non cedere neanche un millimetro all’avversaria, entrambe si sono battute fino allo stremo e oltre, tant’è che al triplice fischio finale, l’una e l’altra avevano ancora la forza di restare in campo a raccogliere gli osanna dei propri tifosi, sebbene, ovviamente con due differenti stati d’animo. Il primo tempo scorre via veloce e ben giocato: dopo un paio di scaramucce iniziali che rimangono lettera morta, la partita decolla e dopo che Pedro al 16’ e Tavares al 22’ mandano ben oltre la traversa, al 29’ il portiere romanista Svilar riesce a smanacciare in angolo un velenosissimo pallone di Zaccagni.

La Lazio è lì, spinge a tamburo battente per passare, e al 33’ Rovella, dopo discesa velocissima sulla fascia destra laziale, si accentra e va al tiro, ma il pallone esce alla destra di Svilar, dopo aver viaggiato a pochi centimetri dalla porta giallorossa senza che dei quattro accorsi sul posto, due romanisti e due laziali, nessuno riuscisse a sfiorarlo. Tre occasioni da goal in così pochi minuti sono un po’ troppe da sopportare per le coronarie di qualsiasi tifoso, quale che sia la sua età e condizione sociale, e così la Roma si dà da fare per rompere l’assedio, riuscendoci, almeno provvisoriamente, e a giocarla all’altezza della trequarti sinistra avversaria. Proprio lì, qualche minuto dopo, al 38’, Tavares, cincischia col pallone tra i piedi e Soulè, accortosi della cosa, piomba sul posto come un falco pellegrino e strappa via il pallone dai piedi del difensore portoghese, appoggia a Pellegrini ben appostato, e questi, lesto lesto, calcia d’esterno e insacca alla destra dell’incolpevole Provedel. Al giubilo della tifoseria che ha fatto seguito al goal, abbiamo avuto la sensazione che l’unico a non esultare sia stato proprio lui, Lorenzo Pellegrini. Mah! Stranezze o, se preferite, bizzarrie del football. Naturalmente non giudichiamo, ma, certo, magari un accenno di esultanza da parte dell’autore del goal, che tra l’altro è anche il capitano, un tifoso se l’aspetta. La partita va avanti con la Lazio che reagisce subito, ma senza fortuna, è anzi la Roma che cerca il raddoppio, prima con un calcio di punizione di Soulè al 41’, neutralizzato da Provedel e poi, in pieno recupero, al 47’, con Rensch, che, raccolto un prezioso pallone servitogli da Ferguson, calcia forte, ma Provedel para. Nella ripresa, la Roma parte subito decisa, e al 49’ Angelino ha la palla buona, ma il suo tiro viene neutralizzato da Provedel.

 
Il dominio territoriale giallorosso, sostenuto da sapienti geometrie di gioco e appuntamenti mai rimandati con il pallone, viene interrotto al 54’ allorché Dia, squadra avversaria per otto undicesimi in area laziale, catturata palla, vola imprendibile verso la porta giallorossa, il pareggio della Lazio sembra cosa fatta ma l’avanti senegalese, arrivato al limite dell’area e con Svilar in uscita disperata, non trova di meglio da fare se non calciare un pallone che più che alle stelle, sarebbe stato meglio mandarlo nel sacco romanista. Boulaye, non ti disperare, nel calcio abbiamo assistito a ben altri orrori. Passata la paura, la Roma pensa a gestire il prezioso vantaggio in modo saggio, cioè non limitandosi a difenderlo, ma cercando di mantenere una certa supremazia territoriale restando alta, ma attenta a non concedere spazi all’avversaria, tuttora viva e pervicacemente lanciata alla conquista del pareggio con iniziative che si infrangono sulle maglie giallorosse. In questo scenario, al 58’ arriva una sberla di Cristante, ben parata da Provedel.

Da parte sua, Sarri richiama Dia e manda dentro Castellanos, che al 62’ manda un potente avviso ai naviganti, ben parato da Svilar. L’argentino, è attaccante di qualità superiore, e stupisce che Sarri lo schieri dopo un’ora circa di gioco. Bene, in casa Roma è tempo di sostituzioni: tra il 67’ e il 73’ , Ferguson, Pellegrini e Soulè vengono rilevati rispettivamente da Dovbyk, Pisilli e Baldanzi. Gasperini praticamente ridisegna la Roma: il caldo si fa sentire e il dispendio di energie pure. Sarà una Roma più leggera, d’accordo, ma servono forze fresche per portare a casa i tre punti, e la Lazio è più viva che mai con questo Castellanos che sembra imprendibile. Da parte sua, ora la partita dice poco: anche la Lazio ha proceduto a sostituzioni, il ritmo gara è sceso, ma si ha la sensazione che la partita non si spegnerà così, banalmente arrivando al triplice fischio senza note salienti e infatti… nonostante si sia oltre l’80’, in campo c’è ancora tantissima adrenalina, che contrasta con la mancanza di cartellini: ma come una partita come questa senza cartellini?

Ci pensa subito N’Dicka a prendersi il primo giallo all’83’, seguito a ruota, ma molto più pesantemente, cartellino rosso, dal bravo Belahyane per fallo su Konè, poi anche il bravo Gila si guadagna il suo giallo. La partita è ormai agli sgoccioli, ma Dovbyk fa in tempo a divorarsi la rete del raddoppio mandando il pallone sull’esterno della rete, da ottima posizione. Sulla scarsa qualità di questo giocatore abbiamo già disquisito… In pieno recupero, al 94’, la Lazio sfiora il pareggio con un gran tiro a giro di Cataldi che si stampa sul palo. Con i giocatori in uscita dal campo, Guendouzi protesta con l’arbitro Sozza, che lo calma con un rosso. Obiettivamente, per quanto abbiamo visto in campo, la divisione dei punti non sarebbe stata un’oscenità.

 

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