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Urologia robotica, Italia da primato: doppio intervento con Da Vinci Single Port riuscito al Policlinico Abano

Unico caso in Italia e senza precedenti nella letteratura internazionale: un tumore prostatico e una neoplasia renale rimossi nella stessa seduta. Il paziente dimesso in soli due giorni grazie al team UniCamillus–Policlinico Abano

printDi :: 20 novembre 2025 18:47
Urologia robotica: primo doppio intervento in Italia con Da Vinci Single Port – Policlinico Abano e UniCamillus

Urologia robotica: primo doppio intervento in Italia con Da Vinci Single Port – Policlinico Abano e UniCamillus

(AGR) Un primato italiano destinato a segnare la storia dell’urologia robotica. Al Policlinico Abano, centro del Gruppo Ospedaliero Leonardo e sede della Scuola di Specializzazione in Urologia di UniCamillus, è stato eseguito un intervento mai documentato prima nella letteratura scientifica internazionale: la rimozione simultanea di un tumore della prostata e di una neoplasia renale mediante tecnologia robotica Da Vinci Single Port, operando attraverso un unico accesso di appena tre centimetri.

Il paziente, un uomo di 55 anni, è stato dimesso dopo soli due giorni, in ottime condizioni e con un recupero sorprendentemente rapido, grazie a un approccio altamente mininvasivo e a una gestione anestesiologica innovativa, caratterizzata da un uso minimo di farmaci oppiacei.

 
L’intervento, eseguito da un’équipe guidata dal Professor Luigi Schips, Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia di UniCamillus, rappresenta un caso unico in Italia. La procedura integra formazione avanzata, chirurgia ad alta complessità e tecnologie robotiche di ultima generazione.

L’approccio mini-invasivo, reso possibile dal robot Da Vinci Single Port, ha consentito di trattare entrambe le neoplasie nella stessa seduta operatoria, evitando al paziente due interventi separati, due ricoveri e due distinti periodi di recupero.

La rimozione della neoplasia renale è avvenuta senza clampaggio dei vasi, cioè senza interrompere l’afflusso di sangue all’organo. Una scelta che ha ridotto al minimo il rischio di danno ischemico e ha garantito la migliore preservazione possibile della funzionalità renale.
Inoltre, l’assenza di punti di sutura sulla parte sana del rene rappresenta un ulteriore elemento di mininvasività. L’intervento è stato eseguito con il paziente in posizione supina, migliorando respirazione e circolazione.

«Quando è indicato procedere con prostatectomia radicale e nefrectomia parziale nello stesso intervento — spiega il Professor Schips — il paziente ottiene un recupero più veloce e una degenza ridotta grazie alla mininvasività della tecnologia robotica e all’estrema precisione degli strumenti miniaturizzati».

Determinante è stata la collaborazione con l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, diretta dal dottor Nicola Langiano, che ha adottato un approccio combinato con anestesia spinale e anestesia generale senza intubazione orotracheale.
Questo metodo, reso possibile dal ridotto impatto della chirurgia Single Port, ha permesso di limitare drasticamente l’uso di oppiacei.

Nel post-operatorio, il paziente non ha necessitato di analgesici oppioidi, ha potuto alimentarsi poche ore dopo l’intervento e non ha presentato nausea né complicanze.

Fondamentale anche la sinergia con l’Unità Operativa di Urologia, diretta dal dottor Daniele Romagnoli, nella gestione multidisciplinare del paziente.

La presenza della Scuola di Specializzazione in Urologia di UniCamillus all’interno del Policlinico Abano consente una costante integrazione tra ricerca, didattica e pratica clinica, favorendo l’immediato trasferimento delle innovazioni in sala operatoria.

«Sotto la guida del professor Schips — sottolinea il Rettore UniCamillus, Gianni Profita — la nostra Scuola non si limita a partecipare all’evoluzione della chirurgia urologica, ma contribuisce a definirla, introducendo interventi che segnano un avanzamento nella pratica medica internazionale».

Per UniCamillus, questo risultato rappresenta una tappa fondamentale nella missione di promuovere una formazione specialistica orientata alla sicurezza del paziente, alla riduzione dell’invasività e all’utilizzo delle tecnologie robotiche più evolute.

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