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Sanità, altri tagli in arrivo

print04 agosto 2015 17:59
(AGR) “Con il sì del Senato al Decreto Enti Locali che recepisce le misure dell’Intesa Stato-Regioni è stato compiuto il primo passo verso l’ennesima batosta alla Sanità italiana. - denunica l'associaziione Dossetti - Se a parole si nega l’espressione “tagli lineari”, nella realtà avviene l’esatto contrario: la drammatica situazione in cui versano i Pronto Soccorso, spesso protagonisti delle tristi cronache di malati gravi lasciati morire nei corridoi, è la dimostrazione di come queste ulteriori sforbiciate possano avere conseguenze gravi per la tenuta del Sistema Sanitario italiano. Questo taglio di 2,3 miliardi di euro va ad aggiungersi al mancato e progressivo aumento del Fondo Sanitario Nazionale, essenziale per contrastare l’aumento delle malattie e il progressivo l’invecchiamento della popolazione. La manovra prevede diverse misure che andranno a ridurre in maniera significativa i servizi per i cittadini. - continua la disamina l'associazione Dossetti - Come ad esempio la riduzione delle prestazioni inappropriate, in virtù della quale le prestazioni giudicate al di fuori delle condizioni di erogabilità saranno a totale carico dell’assistito. Con il 4% della popolazione italiana al di sotto della soglia di povertà, equivale a concretizzare il detto si curi chi può. O la previsione del payback in caso di sforamento del tetto per farmaci e dispositivi, un meccanismo sul quale perfino gli stessi tecnici hanno espresso numerose perplessità.

Una policy che rischia di strozzare gli utenti e operatori del settore, senza per giunta ricavare effettivamente risorse né stimolare la crescita. Inoltre, inutile sottolineare come la riduzione dei contratti di fornitura non possa che condurre un peggioramento della qualità e della quantità delle prestazioni: questo discorso vale ad esempio per le protesi, per cui ovviamente meno se ne comprano, meno se ne impiantano, ma logicamente la stessa riflessione si può fare per quasi tutti i beni e servizi.

Di questo passo, il rischio è la creazione di un Sistema Sanitario a responsabilità limitata, insostenibile dal punto di vista economico a causa di tassazioni spropositate, penalità surreali, norme farraginose, tetti di spesa irrealistici ed evidenti contraddizioni. Anche dai recenti rapporti sulla finanza pubblica presentati dalla Corte dei Conti risulta che l’assistenza territoriale e la prevenzione sono inadeguate, mentre cresce l’inappropriatezza. Una sanità ineguale e discriminatoria: sia perché la qualità è differente da Regione a Regione, sia perché dopo questa ennesima bastonata sarà sempre più difficile garantire le cure a chi non se le può permettere.

Nella congiuntura economica in cui si trova il nostro Paese da qualche anno a questa parte, è giusto voler ridurre gli sprechi, ma i tagli non sono certo la soluzione. Da tempo l’Associazione Dossetti si batte perché il risparmio si ottenga attraverso interventi strutturali diversi. Maggiori investimenti nella prevenzione: ora più che mai, perché i costi diventeranno insostenibili a causa dell’aumento delle malattie croniche e dell’invecchiamento della popolazione. Misure concrete come la revisione dei LEA, tanto sbandierati dal Ministro Lorenzin fino a poco tempo fa; o l’eliminazione dei prontuari regionali a favore di una revisione del Prontuario Farmaceutico Nazionale, che porterebbe significativi risparmi di spesa. E ancora, maggiore fiducia e investimenti nell’innovazione.

Ridurre le prestazioni per risparmiare significa far pesare sui cittadini il prezzo della gestione incontrollata della spesa sanitaria regionale, in cui spesso la sempiterna corruzione la fa da padrona, seppur la cronaca di questi anni ha evidenziato anche nelle Regioni più virtuose l’incapacità di elaborare interventi di riorganizzazione e ristrutturazione. Questo falso universalismo ha solo accentuato le differenze tra Nord e Sud: dall’ultimo rapporto Svimez emerge che negli ultimi quattro anni la percentuale delle famiglie in condizione di assoluta povertà è salita al 37,8% al Sud, in cui crollano nascite e spese per cura della persona, dati che vanno di pari passo con il peggioramento del servizio sanitario nelle Regioni sottoposte a piani di rientro.

Per salvare il Ssn serve un intervento forte - dichiara il Segretario Nazionale dell’Associazione “Giuseppe Dossetti: I Valori” Claudio Giustozzi- ed è essenziale rivedere il riparto di competenze fra Stato e Regioni e destinare quell’ingente porzione di bilancio, che ad oggi viene utilizzata per il solo mantenimento di questa dual governance, a un miglioramento delle prestazioni sanitarie per poter assicurare una uniforme erogazione dei LEA su tutto il territorio nazionale, riallineare il SSN sui principi di equità e universalismo e garantire così ai cittadini un effettivo diritto alla Salute, così come prescritto dall’Art. 32 della nostra Costituzione».

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