Roma, al Policlinico Gemelli nasce "Progress Hiv", ambulatori ad hoc per persone affette da HIV
Il nuovo percorso consente un’azione strategica per migliorare l’organizzazione e rendere più accessibile l'uso dei farmaci innovativi long acting per l'HIV attuali e futuri,terapie iniettabili a rilascio prolungato che permettono di mantenere la soppressione virale con poche somministrazioni l’anno

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(AGR) Un'assistenza vicina ai bisogni delle persone, anche per le terapie innovative long acting che semplificano la vita e un approccio responsabile alla salute sessuale per tutti e, particolarmente, per coloro che assumono la profilassi pre-esposizione (PrEP). È questo l'obiettivo di PROGRESS-HIV, il nuovo percorso avviato al Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS per migliorare la presa in carico di PLWH selezionando razionalmente coloro per cui potrà essere prescritta la terapia long acting e di chi assumerà la profilassi pre-esposizione così che in futuro potrà basarsi anch’essa su questa strategia mediante ambulatori dedicati.
“Le strategie long acting rappresentano il futuro della terapia antiretrovirale, ma perché funzionino serve un percorso dedicato. PROGRESS nasce proprio per rispondere a questa esigenza, con un modello centrato sulla persona e sulla continuità di trattamento” spiega la Dott.ssa Simona di Giambenedetto, Ricercatrice in Malattie Infettive dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e Dirigente Medico, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS
I LONG ACTING: UNA RIVOLUZIONE NEL TRATTAMENTO DELL’HIV-
Negli ultimi anni la gestione della terapia per HIV è cambiata profondamente grazie all'arrivo dei farmaci long acting, terapie a lunga durata d'azione che permettono di passare da una pillola quotidiana a una somministrazione iniettiva una ogni due mesi. Questa novità semplifica la vita delle persone, migliora l'aderenza terapeutica e contribuisce a ridurre lo stigma associato alla malattia. Ma allo stesso tempo richiede una nuova organizzazione dei servizi clinici, in grado di garantire continuità e prossimità di cura.
Il progetto, promosso nell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive diretta dal Prof Carlo Torti e coordinato dalla Dott.ssa Simona Di Giambenedetto, rappresenta un passo avanti concreto verso una sanità sempre più personalizzata e sostenibile anche in quest'ambito.
“Le strategie long acting rappresentano il futuro della terapia antiretrovirale - spiega il Prof Carlo Torti - ma perché funzionino serve un percorso dedicato, che parta da una selezione idonea dei pazienti per indicazione e assenza di controindicazioni fino a un percorso di vero accompagnamento della persona assistita, nella pianificazione degli appuntamenti e nel monitoraggio. PROGRESS nasce proprio per rispondere a questa esigenza, con un modello centrato sulla persona e sulla continuità di trattamento”.
UN TEAM DEDICATO E SERVIZI INNOVATIVI - Il progetto prende vita all’interno della UOS Ambulatorio e Day Hospital di Malattie Infettive del Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS, diretta dalla Prof.ssa Enrica Tamburrini, dove è stata implementata l’organizzazione dei 4 ambulatori già esistenti per soddisfare in modo più ragionato le esigenze dei PLWH in long acting e/o che richiedono la PrEP. La UOS segue oltre 2000 persone che vivono con HIV e circa 400 persone in profilassi pre-esposizione. Tre ambulatori sono focalizzati sulla gestione delle persone che vivono con HIV (ora anche con spazi dedicati alla gestione delle terapie long acting in modo da poter garantire una terapia sempre più personalizzata) e uno sulla gestione responsabile della PrEP con attenzione all’aspetto del counseling anche per le malattie sessualmente trasmissibili (MST). Un care manager coordina le agende ed un team infermieristico specializzato garantisce l'assistenza nelle diverse fasi del percorso. È stato, inoltre, creato lo sportello PROGRESS, con una mail di contatto diretta (progress@policlinicogemelli.it) per chi desidera informazioni, counseling o accesso ai servizi.
Dalla riunione di avvio del 12 settembre scorso il percorso ha già portato risultati significativi: da 60 persone in terapia long acting ad aprile 2025 si è passati a 150 a fine ottobre. Gli ambulatori sono stati potenziati anche in orari serali e nel weekend per facilitare l'accesso a chi lavora, studia, fa attività sportiva o qualsiasi altro impegno.
Per le persone estremamente fragili e con difficoltà a recarsi presso la Struttura Ambulatoriale, sin dagli anni novanta, è altresì attiva l’Unità di Assistenza Domiciliare (UTD).
Tale Unità ricopre un ruolo importante nella gestione delle comorbidità e permette a tutte le PLWH (anche a coloro che per diverse indicazioni che giustificano il piano assistenziale in UTD troverebbero una barriera nel recarsi al centro di cura) di non rimanere indietro anche nella somministrazione dei farmaci long acting.
“Il nostro obiettivo – spiega la Dott.ssa Simona Di Giambenedetto – è offrire alle persone un’assistenza sempre più vicina, continua e personalizzata. La gestione di queste nuove terapie richiede una forte riorganizzazione interna, ma anche grande flessibilità e ascolto: abbiamo quindi voluto costruire un modello che semplifica la vita delle persone e facilita la comunicazione tra paziente e team sanitario. La risposta è stata immediata e positiva: segno che quando si lavora sui bisogni reali, l’innovazione diventa sostenibile e condivisa”.
VERSO UN MODELLO MULTIDISCIPLINARE DI PREVENZIONE E CURA - Sebbene oggi l’HIV sia una infezione cronica perfettamente gestibile grazie alle terapie, l’epidemia non si è fermata: si registrano ancora troppe diagnosi tardive e vengono spesso perse opportunità di prevenzione.
“Oggi le persone che vivono con HIV hanno un'aspettativa e una qualità di vita simile alla popolazione generale - sottolinea la Prof.ssa Enrica Tamburrini - La terapia antiretrovirale, infatti, è in grado di cronicizzare l'infezione e, se regolarmente assunta,di azzerare la viremia rendendo il virus non trasmissibile. Con i farmaci long acting si interviene anche sulla qualità di vita. È quindi fondamentale che anche l'organizzazione sanitaria si adatti a questa nuova realtà, offrendo percorsi ancor più flessibili, personalizzati e incentrati sulla dignità e sul benessere della persona”.
















