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La Prevenzione? Un’arma vincente contro la malasanità in Sicilia

print07 giugno 2011 09:20
(AGR) “Occorre ripensare la politica sanitaria in Sicilia. La nuova parola d’ordine è la prevenzione. Basta con i tagli indiscriminati che penalizzano i cittadini e li costringono a un “turismo sanitario” e a sopportare criticità inaccettabili”. Così Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell’Associazione “Giuseppe Dossetti: i Valori - Sviluppo e Tutela dei Diritti”(www.dossetti.it) sintetizza le parole d’ordinedel convegno Giornata del Diritto costituzionale per la tutela della Saluteche si terrà a Palermo il 7 giugno nella sala Gialla del Palazzo dei Normanni.All’evento prenderanno parte importanti rappresentanti delle Istituzioni, esponenti del mondo dell’Associazionismo, del settore farmaceutico e imprenditoriale. Nell’ambito del Convegno verrà annunciata la mappatura del Sistema Sanitario in Sicilia. “I cittadini- continua Giustozzi - non possono più affrontare la carenza cronica di assistenza domiciliare e agli anziani, le liste di attesa e una quasi totale mancanza di strategie di prevenzione. Il contadino insegna che prima di potare una pianta occorre conoscerla a fondo. Fuor di metafora, occorreva convocare gli Stati generali della salute prima di utilizzare la forbice”. “Basta con i viaggi della speranza che costringono i cittadini siciliani a cercare altrove cure e strutture sanitarie specialistiche - afferma Claudio Giustozzi, segretario dell’Associazione “Giuseppe Dossetti: i Valori - Sviluppo e Tutela dei Diritti” (www.dossetti.it) - Non sono cittadini di serie B e in base all’articolo 32 della Costituzionehanno diritto alla salute esattamente come quelli delle altre Regioni.” Il turismo sanitario, infatti, è una triste realtà che costringe sempre più spesso persone già provate dalla malattia alla ricerca di strutture private. “Un caso emblematico - precisa Giustozzi - è quello della tomo - terapia, un trattamento particolarmente indicato nel trattamento di neoplasie della testa, del collo e della prostata. I siciliani sono costretti ad andare in strutture private come quella del San Raffaele di Milano e a spendere circa 20 mila Euro per il trattamento. Basterebbe informarli sul fatto che esistono altre strutture convenzionate, come il Cro di Aviano o il San Camillo di Roma. A quel punto sarebbe la RegioneSicilia e non il cittadino a farsi carico del pagamento della struttura”.Sotto accusa quindi non solo la mancanza di strutture e centri di eccellenza ma anche di una corretta informazione ai cittadini. “Essenziale spiegare l’importanza della prevenzione - aggiunge il Segretario nazionale dell’associazione Dossetti - che è l’unica carta vincente per assicurare salute e benessere oltre a un vero e proprio risparmio per la Sanità in Sicilia”.Basta pensare al trattamento dell’infarto: “Esiste una prevenzione primaria - spiega Claudio Giustozzi - che si basa sulla diffusione di uno stile di vita e di alimentazione che agisce sui fattori di rischio cardiovascolare, tenendo sotto controllo colesterolo, fumo e obesità, sottolineando l’importanza della dieta mediterranea. C’è poi quella secondaria, che si basa sul rispetto del protocollo nel trattamento dell’infarto, nella somministrazione di farmaci mirati per ridurre il danno miocardico,nel potenziamento dei reparti di emodinamica per consentireinterventi tempestivi di angioplastica. Ecco la ricetta per evitare che il paziente diventi un malato cronico, per evitare che si muoia ancora di infarto nel 2011. Senza contare il risparmio per la collettività legato al fatto che il paziente può riprendere in pochi giorni l’attività lavorativa”.

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