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Infermieri, le proteste dei Cobas

print10 settembre 2012 15:01
Infermieri, le proteste dei Cobas
(AGR) In questi giorni si è dato ampio risalto alla notizia relativa alle difficoltà incontrate nell'Asl Rm/D,a pervenire, tramite chiamata con l’utilizzo di graduatorie già esistenti, alla copertura di n 9 posti per Collaboratore Professionale Sanitario Infermiere da impiegare presso le strutture sanitarie ospedaliere G.B. Grassi - C.P.O. Difficoltà dovute al "rifiuto",opposto da circa 500 operatori sanitari/infermieri ( su 9 disponibilità al momento sarebbero solo 2 i posti ricoperti). Non si tratta di nuove assunzioni, ma della copertura di posti vacanti attraverso contratti a tempo determinato ( circa 5 mesi ) per le sostituzioni di maternità, le lunghe assenze, ecc…

E’ una goccia nel mare che, in ogni caso, non è in grado neanche minimamente di affrontare, ne' tanto meno risolvere, la grave carenza del personale esistente in tutte le strutture e i Servizi Socio - Sanitari Pubblici. Come Cobas dell'Asl Rm/D, riteniamo debbano essere evitate da parte di tutti letture ed interpretazioni semplificative che possono essere utili solo per creare facili sensazionalismi mediatico/propagandistici, ma non aiutano certamente a comprendere, ne' tanto meno a conoscere la complessa attuale realtà del Servizio Sanitario e dei Servizi Pubblici in generale, nonché la difficile situazione che sta attraversando ilPaese. Il problema, riteniamo, non sta nel fatto che davanti ad una situazione di disoccupazione dilagante c'è chi si "permette” di "rifiutare" un lavoro, un'occupazione, uno stipendio... una professione e, peraltro, ciò contrasterebbe , appunto, con la scelta ditutte/i coloro che hanno già conseguito la Laurea in Scienze Infermieristiche, ma in un sistema che tende ad estendere le situazioni ed i fenomeni di incertezza e precarietà lavorativa, professionale, sociale ed umana. Si pensi proprio a quante e quanti di costoro che hanno avuto una formazione e hanno conseguito una Laurea non hanno avuto in tutti questi anni la possibilità e l'opportunità di poter trovare inserimento presso Il Servizio Sanitario Pubblico a causa del blocco delle assunzioni e del turnover.Tale situazione, rende ancora più complesso, se non a volte impossibile, anche il reperimento di quelle poche unità lavorative/professionali chiamate a contratto a tempo determinato, proprio perché diventa difficile, per chi già svolge un lavoro, rispondere a chiamate solo per brevi periodi magari con il rischio di perdere anche le poche certezze acquisite (vedi lavoro presso altre strutture).La carenza degli infermieri, pertanto, non può essere risolta attraverso chiamate a tempo determinato o attraverso modalità normativo/contrattuali che non garantiscono un minimo di certezza e/o di continuità lavorativo/professionale. Quali garanzie, quali prospettive, quali speranze, progetti di vita e di lavoro, quale, inoltre, continuità professionale ed assistenziale,può esserci attraverso la copertura di posti vacanti con tipi di contratti che non lasciano alcuna prospettiva? Si valutano quali effetti e conseguenze si determinano nei vari reparti e servizi con il continuo ricambio di personale? Se a tutto questo si aggiungono le pessime politiche di gestione del personale ( v. trasferimenti, mobilità, collocazioni, spostamenti, ecc.) possiamo assistere ad una situazione che, nelle varie strutture e nei vari servizi sta mettendo, a causa di ritmi e carichi di lavoro insostenibili, seriamente a rischio le condizioni di vita e di lavoro delle operatrici e degli operatori e, di fatto, gli attuali pur minimi livelli qualitativi/quantitativi di assistenza con le gravi conseguenze che questo stato di cose potrà avere sugli stessi cittadini/utenti.Quello che ci troviamo davanti, pensiamo, allora, sia in realtà un dato che conferma ed evidenzia, ancor più la difficile situazione sociale, lavorativa, occupazionale, causa e conseguenzadelle politiche economico/ finanziarie dei vari Governi di Centro sinistra, Centro destra, e oggi di quelli "Tecnocratici" che, di fatto, stanno determinando il depotenziamento, lo smantellamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico a vantaggio del sistema privatistico e di una visionemercificata del Bene Salute. Nonsi possono dare risposte ai bisogni di salute delle persone continuando a tagliare sui servizi, sul personale, sulla sanità...... La salute non è un costo... La salute è un diritto.

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