Frosinone, il Dismorfismo corporeo nei giovani, dibattito in aula comunale, presentato da Hoara Borselli
Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone: “E' un fenomeno che va corretto perché ciò che distingue una persona è proprio la sua identità, e lo si può fare attraverso un’azione di informazione il più capillare possibile”. Il dibattito è stato condotto dalla giornalista di Mediaset Hoara Borselli
Hoara Borselli con Roberta Proietti (consulenter immagine comune Frosinone)
(AGR) di Donatella Gimigliano
“Il disformismo adolescenziale è il fenomeno del momento che riguarda l’omologazione alla quale tendono quasi tutti i ragazzi di oggi presi dall’ansia della perfezione. Un fenomeno che va corretto perché, a mio parere, ciò che distingue una persona è proprio la sua identità, la sua peculiarità, e lo si può fare attraverso un’azione di informazione il più capillare possibile” – lo ha detto il Sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli, all’incontro promosso dalla consulente d’immagine ciociara Roberta Proietti sul tema del dismorfismo corporeo nei giovani che si è tenuto ieri nell’aula consiliare del Comune.
“Metamorfosi e dismorfismo corporeo sono temi che hanno sempre caratterizzato l’immagine di sè stessi. Come operatrice del settore di consulenza d’immagine, e per esperienza personale, ho sentito il dovere di affrontare con esperti un tema che sicuramente porteremo anche nelle scuole ciociare” – ha spiegato la Proietti, che ha sottolineato - “quello di ieri è stato solo l’inizio di una vera e propria discussione su questa continua svalorizzazione del senso di unicità. Abbiamo delle forme di sofferenza che vengono vissute soprattutto dalle fasce adolescenziali che meritano una attenta osservazione”.
Il dibattito, patrocinato dal Comune di Frosinone, è stato presentato dalla giornalista di Mediaset e del Giornale, Hoara Borselli, che ha rilevato: “venti, trent’anni fa c’era una moda però ci si distingueva, oggi, per esempio le ragazze, sono veramente tutte identiche, e se escono da questo clichè si sentono inadeguate. E’ un fenomeno preoccupante perché ci sono ragazzi che sono arrivati a perdere la vita a costo di ricevere il consenso con dei like sui social. E’ importante, partendo dalle scuole, che si faccia un lavoro culturale per aiutare i ragazzi a distinguere il virtuale dal reale”. Sono intervenuti all’incontro Daniela Celani, psichiatra, docente specializzata in dismorfofobia all' Università La Sapienza Roma, Emanuele Ricifari, dirigente generale di Pubblica sicurezza, Presidente nazionale ANFP (Associazione Nazionale Funzionari di Polizia), docente di criminologia e tecnica delle investigazioni in scuole di polizia e Master universitari, Gioia Marzi e Silvio Palombo dell'associazione Sirena onlus di Frosinone.