Catania, malattia oculare tiroidea (TED): patologia ancora troppo poco conosciuta e di difficile diagnosi
Sulla base del tasso di prevalenza riportato in letteratura di 8,97 ogni 10,000 abitanti (fonte Perros et al 2017), circa 4.300 pazienti risultano affetti dalla malattia oculare tiroidea in Regione Sicilia


malattia oculare tiroidea convegno di studio a Catania
(AGR) La malattia oculare tiroidea (TED -Thyroid eye disease), è una patologia complessa, autoimmune, che colpisce in modo prevalente le donne e può manifestarsi in concomitanza o indipendentemente da disfunzioni tiroidee. Con l’obiettivo di fare il punto su ricerca, innovazione scientifica, organizzazione dei centri di cura territoriali, diagnosi precoce e presa in carico del paziente a livello regionale, Motore Sanità ha organizzato, con il contributo incondizionato di Amgen, global leader nelle biotecnologie farmaceutiche, una serie di appuntamenti dal titolo “Ricerca ed innovazione scientifica che spingono all’innovazione organizzativa: l’esempio della Thyroid Eye Disease”, che ha visto la partecipazione di importanti esponenti del comparto salute.
In Sicilia, l’ottava tappa di una serie di incontri in programma nei prossimi mesi in varie regioni italiane, con lo scopo di mettere in luce i bisogni dei pazienti e generare risposte efficaci ai nodi irrisolti che emergono dai vari territori.
Questo determina un significativo ritardo nella diagnosi e nell’inizio della terapia specifica con effetti a volte drammatici sulla evoluzione clinica della TED e conseguentemente sulla qualità di vita del paziente affetto. Recenti studi scientifici hanno evidenziato che i pazienti con TED mostrano sintomi di depressione, ansietà e percezione abnorme di eventi stressanti, tale sintomatologia impatta sulla sfera psicosociale in modo significativo, infatti circa il 45% dei pazienti TED sperimenta una limitazione significativa delle attività quotidiane, il 38% riferisce una riduzione della sensazione di benessere, il 36% si pone in malattia, il 28% risulta non abile al lavoro, il 5% è costretto al pensionamento anticipato e circa il 3% perde il proprio lavoro.
Questi dati evidenziano che i pazienti con TED sono sottoposti ad elevato stress emozionale associato ad impatto significativo sull’attività occupazionale in misura proporzionale all’attività ed alla gravità della malattia. Purtroppo le terapie tradizionalmente utilizzate nella TED non sempre si rivelano efficaci”, spiega Rosario Le Moli, Ricercatore Università Kore di Enna
Patologia di difficile diagnosi, diventa quindi fondamentale l’approccio multiprofessionale, integrando competenze specialistiche diverse all’interno di reti assistenziali strutturate e coordinate.
"La Thyroid Eye Disease (TED) è una patologia complessa che coinvolge simultaneamente aspetti endocrinologici, oftalmologici, chirurgici e psicosociali. La sua gestione non può essere affidata a una singola specialità, poiché la malattia si manifesta con un intreccio di disfunzioni ormonali, infiammazione orbitaria, alterazioni visive e impatti estetici rilevanti. Percorsi di cura multidisciplinari, che integrino endocrinologo, oculista, chirurgo plastico-orbitario, radiologo, oncologo radioterapista e psicologo, permettono di affrontare in modo coordinato le diverse fasi della malattia, dal controllo della tiroide fino alla riabilitazione funzionale ed estetica.
Questo approccio consente di ridurre i tempi diagnostici, ottimizzare le scelte terapeutiche e migliorare la qualità della vita del paziente. Inoltre, la gestione condivisa evita trattamenti duplicati o contrastanti e favorisce decisioni cliniche basate sull’evidenza. In particolare la collaborazione tra endocrinologo ed oftalmologo consente un approccio appropriato sia nella fase acuta della malattia che durante la sua cronicità. Inoltre il monitoraggio delle condizioni oculare consente un'adeguata interpretazione dello stato della malattia. La creazione di team multidisciplinari dedicati alla TED rappresenta dunque non solo un modello organizzativo più efficiente, ma anche uno strumento fondamentale per garantire equità, continuità e completezza delle cure", dichiara Caterina Gagliano, Professore Ordinario Malattie dell’Apparato Visivo Università Kore di Enna