Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

SEI GIA' REGISTRATO? EFFETTUA ADESSO IL LOGIN.



ricordami per 365 giorni

HAI DIMENTICATO LA PASSWORD? CLICCA QUI

NON SEI ANCORA REGISTRATO ? CLICCA QUI E REGISTRATI !

Come contrastare la pandemia: cosa ci spinge ad avere comportamenti utili

Uno studio condotto in 23 Paesi dai ricercatori delle Università di Milano-Bicocca, Chieti e Perugia spiega: la fiducia nella scienza è più importante della paura che suscitano di dati sul contagio.

printDi :: 16 marzo 2021 17:33
Come contrastare la pandemia: cosa ci spinge ad avere comportamenti utili

(AGR) Più hanno fiducia in chi governa e nella scienza, più le persone saranno propense ad assumere comportamenti utili al contrasto della pandemia. Al contrario, l’effetto-paura che potrebbe essere indotto dalla diffusione delle cifre relative a contagi e decessi sembra svolgere un ruolo marginale. È ciò che emerge da un lavoro condotto da un team di ricercatori delle Università di Milano-Bicocca, Chieti e Perugia. Lo studio ha coinvolto 23 Paesi di diversi continenti (Europa, nord e sud America, Asia, Australia) ed è stato finanziato dalla “European Association of Social Psychology” col sostegno dell’agenzia di comunicazione “Pomilio Blumm”. I risultati della ricerca, coordinata dalle professoresse Simona Sacchi e Maria Giuseppina Pacilli e dai professori Stefano Pagliaro e Marco Brambilla, sono stati pubblicati sulla rivista “Plos One” (“Trust predicts COVID-19 prescribed and discretionary behavioral intentions in 23 countries” - DOI: 10.1371/journal.pone.0248334).

L’indagine – condotta attraverso questionari somministrati a 6.948 persone in contesti differenti sia sul piano socio-culturale ed economico che per diffusione del Covid-19 – ha riguardato tanto i comportamenti prescrittivi come indossare mascherine, mantenere il distanziamento sociale e rispettare la quarantena, quanto i comportamenti prosociali non obbligatori, come donare a enti di beneficenza e acquistare forniture per le persone in quarantena. Quest’ultimo aspetto è anche quello finora meno indagato. I risultati hanno rivelato che il Paese in cui le persone vivono, così come il numero pubblicizzato di infezioni e di morti per il virus, non sono i predittori più significativi delle intenzioni individuali di impegnarsi in entrambi i tipi di comportamento. Invece, il comportamento è in gran parte predetto dalle differenze individuali nella fiducia riposta nelle persone nel proprio governo, negli altri cittadini e, in particolare, nella scienza. Inoltre, più le persone approvano i principi morali di correttezza e cura, più sono inclini a fidarsi della scienza e, di conseguenza, a mettere in atto comportamenti volti a contrastare la diffusione del Covid-19. Fattori come l’età, il sesso e il livello di istruzione, invece, non influenzano tali risultati. La ricerca si è incentrata sulle intenzioni di comportamento riferite dagli intervistati e non sui comportamenti reali, ma offre importanti spunti di riflessione a partire da quello sulla necessità di ricalibrare le strategie di comunicazione. Per incoraggiare comportamenti che limitano la diffusione di Covid-19 – è la conclusione degli autori – la comunicazione dovrebbe essere sempre più focalizzata sul diffondere una maggiore fiducia nella scienza e negli scienziati.

 
"I risultati del nostro studio – spiegano Simona Sacchi, professoressa di Psicologia sociale della comunicazione, e Marco Brambilla, professore di Psicologia dei processi di gruppo di Milano-Bicocca – sembrano suggerire che la pubblicizzazione delle statistiche in termini di infezioni e decessi non sia l’antecedente più rilevante delle reazioni individuali. Le differenze psicologiche in termini di fiducia verso i governi, le altre persone e la scienza forniscono un quadro più informativo delle risposte dei cittadini al Covid-19. In particolare la nostra ricerca suggerisce che la fiducia nella scienza sia un fattore cruciale nel favorire comportamenti volti a contrastare la diffusione della pandemia. Per questo motivo, oggi la psicologia sociale e le scienze sociali sono tenute a indagare i fattori e i processi sottostanti che influenzano la comunicazione scientifica e le sue conseguenze per la società. La sfida è comprendere la relazione tra fattori sociali e sfiducia nella scienza e negli scienziati, i fattori che guidano la credibilità nelle affermazioni scientifiche, la capacità delle persone di rilevare la loro verità fattuale e agire di conseguenza. L’obiettivo – concludono – è individuare alcune strategie di intervento efficaci per superare questi ostacoli psicologici, promuovere la fiducia nella scienza e ridurre le credenze anti-scientifiche".

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE