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(AGR) La Giornata del Migrante

Uniti per Unire, Ima, Amsi, Co-mai e Aisc News: «Non parliamo di migranti ma di cittadini di origine straniera: integrazione, competenze e dialogo sono la vera risposta: l’integrazione si fa in due, rispettando il principio “diritti e doveri” mai a senso unico»

printDi :: 23 dicembre 2025 16:57
(AGR) La Giornata del Migrante

(AGR)  Si è svolta lo scorso 21 dicembre, presso la Casa del Municipio, l’iniziativa per l’anniversario della Giornata mondiale del migrante (18 dicembre), promossa da IMA e dal Movimento Internazionale Uniti per Unire, con il coinvolgimento delle associazioni e comunità aderenti e competenti, e la copertura mediatica dell'agenzia Aisc News Internazionale, che ha trasmesso in diretta e ha eseguito interviste con tutti gli esponenti delle associazioni e le comunità.

All’evento hanno partecipato oltre cento delegati, rappresentanti di comunità e associazioni provenienti da tutti e cinque i continenti.

 
Nel corso degli interventi è stata messa in evidenza in modo unanime l’importanza dell’integrazione e del dialogo interculturale e interreligioso come strumenti centrali di convivenza e coesione sociale.

AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea), Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire commentano e riflettono sull’esito della giornata, sottolineando il valore di un confronto ampio e rappresentativo.

A nome delle suddette associazioni e movimenti interviene il Presidente Prof. Foad Aodi, medico fisiatra, giornalista internazionale, divulgatore scientifico ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC_NEWS, membro del Registro Esperti FNOMCeO, quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma, docente dell’Università di Tor Vergata, membro della FNSI – Federazione Nazionale Stampa Italiana e dell’Associazione Stampa Romana, iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio.

PLURALISMO RELIGIOSO E RITARDO ITALIANO

Alla giornata hanno preso parte esponenti di diverse fedi e sensibilità culturali: musulmani, cristiani, ortodossi ,ebrei e laici.
Per quanto riguarda l’Italia, dalla maggior parte degli interventi è emerso come vi sia ancora molta strada da fare per raggiungere il livello di altri Paesi, in particolare sul piano politico e nella valorizzazione delle competenze dei cittadini di origine straniera.

METTIAMO IN EVIDENZA TRE CATEGORIE DI CITTADINI DI ORIGINE STRANIERA

Nel suo intervento, Aodi ha ricordato che fin dall’inizio delle attività associative, avviate nel 1995, è stata messa in evidenza la tipologia dell'immigrazione dagli anni 60 ;tre categorie di cittadini di origine straniera.

«Prima di tutto – ha sottolineato – non utilizziamo più la parola “migranti”, ma parliamo di cittadini di origine straniera».

La prima categoria è quella dell’immigrazione qualificata, composta da laureati arrivati in Italia come studenti: medici, infermieri, fisioterapisti, ingegneri, architetti, farmacisti. Dopo la laurea conseguita in Italia, circa il 45% ha scelto di rimanere nel Paese. Oggi la maggioranza di loro hanno la cittadinanza italiana con i loro figli e nipoti.

A questa area appartengono anche i giornalisti e oggi il ragionamento si estende alle seconde, terze e quarte generazioni.

La seconda categoria è rappresentata da persone arrivate come lavoratori, che nel tempo hanno creato spazi di imprenditoria molto importanti e che risultano pienamente integrate e creano ricchezza e lavoro per tutti.

La terza categoria è composta da persone in condizione di disagio, che incontrano ancora maggiori difficoltà economiche, di lingua italiana, abitazione e lavoro.

NARRAZIONE DISTORTA E DANNI ALL’IMMIGRAZIONE QUALIFICATA

Secondo le associazioni e comunità , in Italia si continua a parlare quasi esclusivamente di immigrazione irregolare, mentre non si parla abbastanza di immigrazione qualificata e integrata.
Dal punto di vista mediatico, l’immigrazione viene spesso associata alla delinquenza o a un’invasione, una rappresentazione che non corrisponde alla realtà e che finisce per danneggiare l’intera area dell’immigrazione qualificata.

FEDERAZIONE DELLE COMUNITÀ ED ASSOCIAZIONI: UNA VOCE COMUNE PER INTEGRAZIONE, FORMAZIONE E DIRITTI

Dalla giornata è emersa con chiarezza la volontà di rafforzare la nostra federazione delle comunità e delle associazioni italiane di origine straniera, capace di esprimere una posizione autonoma, condivisa e responsabile sui temi dell’integrazione, della convivenza e della partecipazione civile. Il messaggio è netto: mai comunità da sole e chiuse , mai un Paese da solo e chiuso. Percorsi isolati non favoriscono l’integrazione e non aiutano la coesione sociale; al contrario, l’integrazione autentica si costruisce in due, attraverso dialogo, corresponsabilità e riconoscimento reciproco, evitando ogni forma di chiusura delle comunità di origine straniera.

In questa direzione viene rafforzato l’invito a tutte le comunità e associazioni italiane di origine straniera ad aderire e a contribuire al consolidamento della federazione sotto il cappello del Movimento Internazionale Uniti per Unire, in raccordo con IMA e con AISC News internazionale, che svolge un ruolo di informazione e approfondimento a livello nazionale e internazionale. Le realtà interessate a partecipare e a rafforzare questo percorso comune possono contattare la segreteria all’indirizzo segreteriaunitiperunire@gmail.com

È emersa inoltre l’importanza strategica di coinvolgere le nuove generazioni, investendo su conoscenza, consapevolezza e formazione. In questo quadro si colloca il lavoro con la Scuola Unione per l’Italia, finalizzato alla realizzazione e diffusione di lezioni su legislazione, diritti, doveri e sanità, affidate a docenti di livello universitario, come strumento di crescita civica e partecipazione attiva.

Accanto alla formazione, viene indicata come prioritaria l’intensificazione dell’insegnamento della lingua italiana, nel rispetto del principio fondamentale dei diritti e dei doveri. Viene ribadito un no fermo a ogni forma di discriminazione religiosa, all’islamofobia, all’antisemitismo e a tutte le discriminazioni, così come il rifiuto di qualsiasi strumentalizzazione mediatica contro i cittadini di origine straniera o contro singole religioni.

La posizione conclusiva è chiara e condivisa: diciamo la nostra e invitiamo tutti a unirsi a questa federazione. Nessuno è autorizzato a parlare a nome nostro.#Nomyname.

Il percorso di rafforzamento della federazione è promosso dal Comitato promotore, composto dagli esponenti dei nostri movimenti e associazioni: dal Prof. Foad Aodi, Laura Mazza, Luz Myriam Jaramillo, Zaria Galiano, Kamel Belaitouche, Federica Federici, Eddaoudi Tilouani, Kamran Panknagad, Pino Pironti e Idrees Jamaili.

RAFFORZARE LA FEDERAZIONE DELLE COMUNITÀ

Al termine degli interventi, provenienti da comunità ed associazioni da tutti i contenenti, è emersa la volontà comune di rafforzare una federazione delle associazioni delle comunità di origine straniera per esprimere una posizione autonoma e condivisa.

«Diciamo no alla guerra, no ai partiti religiosi, no ai partiti solo per immigrati, no ai partiti politici individuali. Nessuno può parlare a nome nostro. Sì invece a politiche di integrazione, perché l’integrazione si fa in due», ha concluso Aodi.

insieme ai membri del comitato promotore di rafforzare la federazione delle comunità ed associazioni italiane e di origine straniera. 

Questo è il messaggio che è emerso da una giornata ritenuta importante e rappresentativa delle comunità coinvolte.

Nel corso della giornata tutti i partecipanti hanno espresso auguri e un messaggio di buon Natale, ribadendo il valore del rispetto reciproco e della convivenza. Anche la Comunità del Mondo Arabo in Italia ha invitato tutti a festeggiare il Natale, come momento di condivisione, dialogo e coesione sociale.

È stato inoltre chiarito in modo netto che nessuno, in Italia, ha mai proposto di togliere il crocifisso, di non allestire il presepe o di non celebrare il Natale. Eventuali azioni isolate o provocatorie non rappresentano le comunità di origine straniera e, in alcuni casi, finiscono per mettere ingiustamente in cattiva luce il mondo arabo e il mondo musulmano.

Per questo viene espresso un no secco e fermo a ogni forma di provocazione, fenomeni che esistono da sempre ma che non devono essere strumentalizzati né sul piano politico né su quello mediatico. Il messaggio ribadito è quello del rispetto delle tradizioni, del dialogo tra culture e della convivenza civile.

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