Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

SEI GIA' REGISTRATO? EFFETTUA ADESSO IL LOGIN.



ricordami per 365 giorni

HAI DIMENTICATO LA PASSWORD? CLICCA QUI

NON SEI ANCORA REGISTRATO ? CLICCA QUI E REGISTRATI !

Il mio collega è un asino!

Questa settimana la rubrica Carteggi di Filosofia affronta Diversità ed Inclusione, due termini che stanno prendendo sempre più spazio nel linguaggio comune.

printDi :: 24 dicembre 2022 13:44
Il mio collega è un asino!

(AGR)   autrice: Martina Lai

Diversità ed inclusione, due termini che stanno prendendo sempre più spazio nel linguaggio comune. Se ne parla in ambito sociale, scolastico ed ultimamente anche aziendale. Il concetto di diversità perde la sua accezione negativa e diventa un elemento di positività, stimolando un processo di vicinanza che porta ad includerle nel gruppo sociale invece che rigettare, stimolando una partecipazione attiva delle persone alla vita pubblica.

 
Proviamo a raccontare uno di questi progetti per dare spazio e visibilità ad idee che possono concretamente permettere alle persone di incontrarsi, conoscersi e scoprire come le differenze possano essere fonte di arricchimento. Raccontiamo la storia di Ammentos, una realtà nella provincia di Cagliari. Ammentos è un’associazione sportiva dilettantistica che impegna quotidianamente i suoi “strani fattori” in attività propedeutiche allo sport e sportive. Ma chi sono gli strani fattori? Si tratta di un gruppo di ragazzi, prevalentemente autistici, che ogni giorno si occupano di accudire i loro colleghi a quattro zampe, per poi allenarsi insieme a loro. No, i colleghi a quattro zampe non sono cani, sono asini sardi. In effetti, gli asini sardi sono, in tutto e per tutto, i preziosi colleghi degli istruttori, degli educatori e dei tecnici impegnati nelle attività dell’associazione, che non possono davvero fare a meno di loro. Tra i compiti di Giustina, Girò, Cannonau e Monica ce ne sono alcuni di fondamentale importanza: Supportare gli atleti nell’attività fisica

I ragazzi che hanno gravi difficoltà psico-motorie riescono a percorrere lunghi tratti, anche in città, accompagnati dal proprio collega e amico asino. Responsabilizzare chi partecipa alle attività Prendersi cura degli animali, oltre ad essere un importante esercizio per stimolare e migliorare la propriocezione e la coordinazione oculo-manuale e oculo-podalica, è anche un importante attività per creare legami di fiducia reciproca e responsabilizzare chi svolge le attività per la cura degli animali. Garantire l’inclusione sociale quando le persone si fermano per strada per accarezzare gli asini durante gli esercizi di conduzione da terra, iniziano a conoscere anche Giacomo, che sta imparando a chiedere il giornale prima di fregarlo a chi lo sta leggendo prima di lui, oppure conosce Marco, che provvede subito a fare segno di “smammare” a tutti, a meno che chi si avvicina non inizi ad intonare una canzone dei Queen (sì, di musica se ne intende). Da questi piccoli momenti di quotidianità nascono incontri con le comunità. Da questi incontri nascono i “ciao” seguiti dai nomi dei ragazzi. E da questi “ciao” nascono anche i “tieni, ho finito di leggere il giornale, puoi prenderlo tu”.

Da qui nasce Eat2Move: verso i territori delle buone pratiche, un progetto di Sviluppo Locale finanziato dalla Fondazione di Sardegna, con l’obiettivo di integrare le attività dell’associazione con la promozione del territorio in cui opera. Tra le attività in programma sono stati finora organizzati laboratori propedeutici ai corsi di avvicinamento all’asino sardo per la costruzione di materiali e allestimento, sia presso la sede operativa dell’associazione, che presso altri comuni; passeggiate ecologiche con laboratori itineranti di sostenibilità ambientale; itinerari turistici con tappe presso aziende selezionate per valorizzare le produzioni locali e promuovere l’inclusione non solo sociale, ma anche territoriale. Da queste attività sono nate nuove collaborazioni, nuovi legami di fiducia e nuove competenze: lo sport deve essere davvero per tutti e, anzi, attraverso il progetto ha dimostrato che anche realtà apparentemente lontane possono avvicinarsi e collaborare per fronteggiare problematiche quali esclusione e marginalizzazione, generando benefici concreti per le comunità. 

Puoi commentare qui

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE