Il decentramento, quello che doveva essere ed ancora non…...è
Il criterio fondamentale del decentramento è passato da un aspetto partecipativo ad un aspetto gestionale. Ma le circoscrizioni, sempre con un bilancio limitato,non potevano soccorrere in pieno alle necessità della popolazione che si aspettava la soluzione dei problemi dall'istituzione più vicina
(AGR) di Ruggero Cametti
Il dibattito sul decentramento amministrativo nelle città nacque e si sviluppò nel corso degli anni ‘50 e ‘60.Dopo la metà negli anni ‘60 in Campidoglio furono votate le prime deliberazioni sull'attuazione del decentramento amministrativo che era basato sul principio della partecipazione del cittadino alla pratica amministrativa del comune.
Roma nel 69/70 fu divisa in 12 circoscrizioni . Nel 1972 le circoscrizioni furono portate a venti. Il decentramento era basato su due figure: una monocratica, l'Aggiunto del Sindaco, di nomina del Sindaco. L'aggiunto veniva eletto Presidente dall'organo collegiale del Consiglio che era nominato in secondo grado dal Campidoglio.
Nel 1975 la Legge Signorello stabilì che i Consigli di circoscrizione erano eletti dal popolo. Il consiglio leggeva successivamente il suo presidente che era l'organo monocratico esecutivo. Nel 1981 il Campidoglio votò le deliberazioni quadro che regolamentavano la potestà deliberativa nelle materie delegate. Purtroppo in calce ad ogni deliberazione quadro c'erano sempre due richiami (uno e due , oppure a e b ) che limitavano l'esercizio dei poteri delegati a successive disposizioni, previsioni di bilancio e strumentazioni di personale.
Comunque per tutti gli anni ‘80 le circoscrizioni, ove più ove meno, esercitarono alcuni poteri deliberativi. Nel 1992 durante la presidenza Pannella , in XIII circoscrizione, fu emanata una deliberazione quadro fortemente innovativa per la quale era prevista una norma transitoria per cui quando il consiglio di circoscrizione deliberava sulle materie delegate, assumeva i poteri del consiglio comunale.
Durante le legislatura 2008/2013 (Alemanno) la delibera Pannella fu abrogata e le circoscrizioni ( che ora si chiamavano Municipi) furono ridotte a 15. Nel tempo il criterio fondamentale del decentramento passò da un aspetto partecipativo ad un aspetto gestionale. Ma le circoscrizioni , sempre con un bilancio limitato, non potevano soccorrere in pieno alle necessità della popolazione che si aspettava la soluzione dei problemi dall'istituzione più vicina.
Si parlò giornalisticamente “di decentramento delle rogne”. Nel 1990 la Legge 142 sulle città metropolitana fece intravedere una soluzione fattiva al problema del decentramento con l'istituzione dei comuni metropolitani, della Città Metropolitana e l'autonomia statutaria. Però da allora non vi è stata nessuna progressione fattiva. I comuni sono rimasti comuni e le circoscrizioni (Municipi) sono rimasti tali.
NdR: Ruggero Cametti è un politico di lungo corso, nato nella Democrazia Cristiana ha avuto incarichi importanti nella DC Capitolina e sul litorale è stato più volte consigliere municipale. Ritiratosi dalla politica attiva da alcuni anni cura la campagna elettorale di giovani politici della capitale e ha continuato ad occuparsi di politica affiancando con preziosi consigli gli esponenti politici locali. Profondo conoscitore delle problematiche del X Municipio dove ha lavorato e si è impegnato per anni è un punto di riferimento per il centrodestra anche se resta un importante e competente conoscitore della politica, sopratutto locale. Collabora con AGR esponendo il suo punto di vista sui tanti temi della politica. Buona lettura (e.b.)
foto archivio AGR