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(AGR) Intelligenza artificiale e continuità aziendale: a Roma il confronto sul futuro delle imprese sequestrate e confiscate

Magistrati, accademici e professionisti a confronto sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella continuità aziendale delle imprese sequestrate, tra legalità, responsabilità e tutela del valore sociale dell’impresa

printDi :: 18 dicembre 2025 19:14
Apertura lavori Convegno

Apertura lavori Convegno

(AGR) Come può l’intelligenza artificiale supportare la valutazione della continuità aziendale nelle imprese sequestrate e confiscate, senza sostituire il giudizio umano e la responsabilità professionale?

È attorno a questa domanda che si è sviluppato il confronto promosso dall’INAG – Istituto Nazionale Amministratori Giudiziari nel convegno “Le best practices e il supporto dell’Intelligenza Artificiale nella valutazione dei requisiti della continuità aziendale nelle imprese sequestrate e confiscate”, svoltosi il 17 dicembre presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano di Roma.

 
Un appuntamento di alto profilo che ha riunito magistrati, accademici e professionisti impegnati quotidianamente nel sistema delle amministrazioni giudiziarie e della prevenzione patrimoniale. Dopo i saluti istituzionali del Magnifico Rettore Fabio Fortuna, i saluti inviati dal  Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Elbano de Nuccio del Presidente dell’INAG Giuseppe Sanfilippo, sono intervenuti esponenti di primo piano del mondo ordinistico e professionale, a testimonianza dell’attenzione crescente della categoria verso temi che intrecciano legalità, continuità d’impresa e innovazione tecnologica.

A coordinare e moderare l’intero incontro è stato Claudio Miglio, dottore commercialista e amministratore giudiziario, componente del Comitato Esecutivo INAG e candidato alla presidenza dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma. Nel suo ruolo di moderatore, Miglio ha guidato il confronto mantenendo una visione unitaria e sistemica, evidenziando come l’innovazione tecnologica debba essere governata e integrata all’interno di un modello professionale fondato su competenza, responsabilità e centralità della persona.

Un confronto ad alto livello su uno dei temi più complessi e attuali della gestione giudiziaria d’impresa: la valutazione della continuità aziendale nelle imprese sequestrate e confiscate, tra innovazione tecnologica, responsabilità professionale e tutela del valore sociale dell’impresa.

Intelligenza Artificiale: opportunità da governare, non scorciatoia decisionale

Uno dei temi cardine emersi dal dibattito è stato il ruolo dell’Intelligenza Artificiale. Lungi dall’essere rappresentata come una soluzione salvifica, l’IA è stata analizzata come strumento di supporto, utile a elaborare grandi quantità di dati, accelerare analisi prospettiche e individuare segnali di rischio, ma incapace di sostituire il giudizio umano.

In questa prospettiva si è inserito l’intervento di Antonio Uva, che ha richiamato l’attenzione sul rischio di un utilizzo acritico degli algoritmi, sottolineando come la tecnologia debba essere “governata” dal professionista e non subita. L’IA, se correttamente addestrata e utilizzata, può rafforzare la capacità di lettura degli scenari futuri, ma resta uno strumento tecnico, non un decisore autonomo.

Una riflessione che ha trovato eco anche nei richiami, emersi nel corso del convegno, ai precedenti storici di innovazioni vissute come illusioni risolutive – dalla new economy alle politiche industriali europee nel settore automotive – a dimostrazione di come il progresso, se non accompagnato da prudenza e visione, possa generare squilibri anziché soluzioni.

Il punto di vista della magistratura: continuità, legalità e responsabilità

Dal versante giudiziario, Federica Colucci, magistrato presso il Tribunale di Napoli, ha offerto una lettura rigorosa dei criteri di valutazione della continuità aziendale in sede di approvazione dei programmi di prosecuzione dell’attività. La continuità, è stato chiarito, non è mai un dato automatico, ma il risultato di un equilibrio delicato tra legalità, sostenibilità economica e tutela dell’occupazione.

Diritto, economia e gestione: una visione integrata

Sul piano giuridico-sistematico, Antonio Caiafa ha affrontato il tema della gestione dell’impresa sequestrata tra misure di prevenzione e procedure concorsuali, sottolineando come la continuità aziendale in questi contesti non sia finalizzata alla sola tutela dei creditori, ma anche alla conservazione del valore economico e sociale dell’impresa in vista della sua possibile restituzione alla collettività.

Il dibattito si è poi arricchito con gli interventi di Fabrizio Iapoce e Massimo Giordano, che hanno portato l’attenzione sulle criticità operative nella gestione delle imprese sequestrate, sui rapporti con le procedure concorsuali e sul valore dell’amministrazione giudiziaria come strumento di riorganizzazione, prevenzione e rafforzamento dei presidi di legalità.

Compliance, modelli organizzativi e responsabilità professionale

Un focus specifico è stato dedicato ai temi della prevenzione dei reati e della governance aziendale. Michele Andreano ha evidenziato il ruolo centrale dei modelli organizzativi e dei sistemi di compliance come strumenti strutturali per garantire legalità e continuità, anche alla luce delle nuove sfide poste dalla digitalizzazione e dalla cyber security.

In questo quadro si sono inseriti anche i contributi di Carmen Regina Silvestri, che ha analizzato il ruolo del commercialista nelle valutazioni connesse alle interdittive antimafia, e di Gabriele Galletti, che ha affrontato il tema della tutela dell’amministratore giudiziario nella veste di legale rappresentante, con particolare attenzione ai profili di responsabilità civile e penale.

Il valore umano e sociale della continuità aziendale

Uno dei passaggi più intensi del convegno è stato dedicato alla dimensione occupazionale e sociale. Stefania Pellegrini ha ricondotto la continuità aziendale al più ampio tema del riutilizzo dei beni confiscati, come leva di sviluppo e restituzione alla collettività.

Su un piano ancora più concreto, Stefania Di Buccio ha evidenziato i limiti dell’Intelligenza Artificiale nelle decisioni che incidono direttamente sulle persone, ribadendo come la tutela del lavoro e delle relazioni umane non possa essere affidata a modelli automatici, ma richieda empatia, responsabilità e presenza del professionista.

Il ruolo del coordinamento: visione, metodo e responsabilità

A dare unità al confronto è stato Claudio Miglio, nel ruolo di coordinatore dei lavori. La sua conduzione ha messo in evidenza un messaggio chiaro: l’innovazione tecnologica è una risorsa strategica, ma solo se inserita in un quadro di competenze solide, specializzazione professionale e responsabilità istituzionale.

Un approccio che riflette una visione dell’Ordine come luogo di tutela, formazione e guida per i professionisti, chiamati sempre più spesso a operare in contesti ad alta complessità giuridica, economica e sociale.

Il convegno ha così rilanciato un messaggio chiaro: innovazione tecnologica e giudizio umano non sono alternative, ma elementi da integrare. Una sfida che chiama in causa anche il ruolo degli Ordini professionali, chiamati a farsi promotori di competenze, strumenti e visione per accompagnare i professionisti nelle trasformazioni in atto.

Conclusioni

Dal confronto emerso nel corso del convegno si è delineato una consapevolezza comune: la continuità aziendale nelle imprese sequestrate e confiscate non può essere affrontata come un mero adempimento tecnico, né affidata a logiche automatiche. È un processo complesso, che richiede una valutazione integrata dei profili giuridici, economico-aziendali, organizzativi, occupazionali e di legalità, in contesti in cui le decisioni producono effetti rilevanti non solo sull’impresa, ma anche sui lavoratori e sul territorio.

In questo scenario, l’Intelligenza Artificiale si conferma uno strumento di supporto potenzialmente efficace per l’analisi dei dati, la costruzione di scenari prospettici e il monitoraggio dei rischi, ma non un sostituto del giudizio umano. Gli algoritmi possono assistere il professionista, ma non assumere decisioni che implicano responsabilità giuridiche, valutazioni etiche e impatti sociali significativi.

È emerso con chiarezza come la continuità aziendale, nell’ambito delle misure di prevenzione patrimoniali, rappresenti anche un presidio di legalità e di valore sociale: uno strumento volto a preservare l’impresa come bene produttivo e occupazionale, favorendone il risanamento e la restituzione a un circuito economico sano. In tale prospettiva, il ruolo dell’Amministratore Giudiziario e dei professionisti di nomina giudiziale diventa centrale e richiede competenze specialistiche, capacità di governo della complessità e una costante attenzione alla qualità delle decisioni.

Modelli organizzativi, sistemi di compliance, presìdi di controllo e formazione continua non emergono come elementi formali, ma come fattori strutturali di buona governance, indispensabili per coniugare innovazione tecnologica e responsabilità professionale. La sfida, come evidenziato nel dibattito, non è arrestare l’innovazione, ma governarla.

Perché, nelle amministrazioni giudiziarie come nella professione nel suo complesso, il futuro non appartiene agli algoritmi che decidono al posto dell’uomo, ma ai professionisti capaci di usare la tecnologia con metodo, consapevolezza e senso di responsabilità.

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