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Glauco Lanati presenta il suo progetto di musica elettronica strumentale

Un viaggio tra sperimentazione, passione, e atmosfere oscure

printDi :: 04 giugno 2025 11:40
Glauco Lanati

Glauco Lanati

(AGR) Dopo una vita dedicata alla musica, Glauco Lanati, musicista appassionato di elettronica, è pronto a dare voce al suo mondo sonoro con un nuovo progetto di musica elettronica strumentale.

Un sogno coltivato per anni che oggi diventa realtà, tra sperimentazione, emozioni e ricerca espressiva.

Nato a Tortona (AL) nel 1965 e residente dal 2016 a Barbianello (PV), Lanati si avvicina alla musica elettronica fin da giovanissimo, nel cuore degli anni ’70, affascinato dai pionieri del genere come Jean-Michel Jarre, Giorgio Moroder e il rivoluzionario sound di Rockit.

A 32 anni decide di studiare musica in modo più approfondito, iscrivendosi all’Accademia di Musica Moderna di Tortona, dove si forma in pianoforte e tastiere.

Negli anni ha militato in varie cover band, trovando stabilità e ispirazione in quella con cui suona ormai da oltre dieci anni. Ma è la voglia di esprimere una voce musicale autentica e personale ad averlo spinto ad iniziare un percorso solista, che prende finalmente forma con questo nuovo progetto.

Le composizioni di Lanati sono strumentali, elettroniche e versatili, attraversano territori sperimentali, pop alternativi, dark e atmosfere introspettive, ispirandosi anche al mondo sonoro dei Depeche Mode, oggi tra le sue influenze principali.

“Fare musica mia era un sogno che mi portavo dentro da tempo – racconta Glauco – Oggi ho deciso di realizzarlo con sincerità, libertà creativa e tutto l’amore che ho sempre avuto per questo linguaggio straordinario.”

Il progetto è attualmente in fase di produzione e si prepara ad essere condiviso online nei prossimi mesi, aprendo a collaborazioni e performance live.

INTERVISTA

D: Com'è nata la tua passione per la musica elettronica e cosa ti ha colpito, da ragazzo, in artisti come Jean Michel Jarre e Giorgio Moroder? 

R: Quello che mi ha colpito è stato il suono dei sintetizzatori, che mi porta ad immaginare e vedere lo spazio. Questo anche perchè sono appassionato di fantascienza.

D: Ti sei iscritto all' Accademia di Musica Moderna a 32 anni: cosa ti ha spinto a farlo in quella fase della vita?

R: Il suono dei sintetizzatori mi ha fatto innamorare di questo strumento, compreso le tastiere. Il mio sogno era suonarlo e creare musica mia, ma fino a 32 anni il lavoro non me lo ha permesso, finché ho cambiato occupazione.

D: Dopo varie esperienze in cover band, hai trovato "quella giusta": cosa rende speciale questo gruppo per te?

R: Con l' attuale band siamo rimasti in tre. Ci conosciamo da anni. C'è un forte legame tra noi e sappiamo cosa vogliamo. Persone serie,con la volontà di costruire un gruppo solido e duraturo, purtroppo ce ne sono poche.

D: Il tuo progetto solista unisce elettronica, sperimentazione e pop: come nasce un tuo brano?

R: Mi piace mescolare le mie influenze musicali e sperimentare. Un brano può nascere da un ritmo di basso o di batteria, oppure da un riff. Da lì inizio a costruire una base, sulla quale poi creo un'armonia e una melodia.

D: Cosa cerchi di comunicare con la tua musica strumentale e quali emozioni vuoi trasmettere a chi ti ascolta?

R: Quando compongo una brano, esprimo le mie emozioni e tutto ciò che ho dentro. Voglio che chi ascolta la mia musica possa sognare e viaggiare con la mente. La musica trasmette emozioni e fa sognare: è esattamente ciò che provo io quando la ascolto.

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