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Roma, l'arte che...cura, dal MIC un nuovo approccio sistemico

Si è svolto a Roma un convegno con esperti del mondo delle arti e di quello medico-scientifico ed economico a confronto sulle metodologie applicate finora in Italia e all’estero e sulle prospettive future. La creatività e la bellezza come strumenti terapeutici di supporto alle cure mediche.

printDi :: 04 giugno 2025 18:15
Al MiC il convegno La prescrizione dell'arte che cura terzo panel ph Credits: Ministero della Cultura.

Al MiC il convegno La prescrizione dell'arte che cura terzo panel ph Credits: Ministero della Cultura.

(AGR) La fruizione dell’arte nelle sue molteplici declinazioni come risorsa da mettere a frutto per accrescere il benessere del singolo individuo o, almeno, per alleviarne le sofferenze. La creatività e la bellezza come strumenti terapeutici di supporto alle cure mediche. Dagli Stati Uniti – dove le prime esperienze risalgono agli anni Cinquanta – all’Europa, passando dalla cosiddetta “Art on Prescription” praticata nel Regno Unito fino al Canada: la mappa delle esperienze che dimostrano gli effetti positivi del binomio cultura e salute tocca varie latitudini e numerose sono le iniziative testate negli ultimi anni anche in Italia, a dimostrazione della crescente sensibilità al tema e della necessità di intervenire secondo una metodologia omogenea e un approccio strutturato e normato a livello centrale.

Al MiC il convegno La prescrizione dell'arte che cura  secondo panel ph Credits: Ministero della Cultura.

Al MiC il convegno La prescrizione dell'arte che cura secondo panel ph Credits: Ministero della Cultura.

 
Proprio di metodologie applicate finora in Italia e all’estero e di prospettive future dell’arte come cura o sollievo si è parlato nel corso del convegno dal titolo “La prescrizione dell’arte che cura”, promosso e organizzato dal Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, che si è svolto questa mattina alla Sala della Crociera al Ministero della Cultura alla presenza di ospiti di alto profilo in rappresentanza del mondo della cultura, ma anche di quello medico-scientifico ed economico.

Sottosegretario Lucia Borgonzoni ph Credits: Ministero della Cultura.

Sottosegretario Lucia Borgonzoni ph Credits: Ministero della Cultura.

Ha affermato il Sottosegretario Lucia Borgonzoni, intervenendo in apertura dell’evento per i saluti istituzionali: “Promuovere la cultura e l’avvicinamento alle arti non significa soltanto divulgare il sapere e accrescere la conoscenza. Dai livelli di cortisolo ai parametri di salute cardiovascolare, dallo stimolo a vincere la sedentarietà alla spinta a vivere la socialità: alla luce degli incoraggianti risultati emersi dagli studi condotti finora (su tutti, il Rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità del 2019 che ha preso in esame oltre 900 pubblicazioni, che certifica la solida base di conoscenze ed evidenze del contributo delle arti) per testare l’incidenza della fruizione dell’arte sullo stato psicofisico dei partecipanti – penso, solo a titolo di esempio, alle ricerche che hanno dimostrato l’effetto dell’ascolto della musica, specie quella dal vivo, sui neonati prematuri – ritengo che sia doveroso, tanto più in un Paese come il nostro, che brilla per concentrazione del patrimonio culturale mondiale, avviare come Ministero una collaborazione con un’Università italiana, che porti a un’indagine dalla struttura scientifica rigorosa da cui il passaggio da casi di studio condotti a macchia di leopardo a progettualità e politiche sempre più intersettoriali, che portino benefici ai singoli e alla collettività”.

Al centro del convegno – sviluppato in quattro panel moderati da giornalisti – le esperienze, le testimonianze, le valutazioni e le riflessioni di sedici tra dirigenti MiC, medici e docenti universitari, economisti della cultura e professionisti del settore.

L’integrazione tra luoghi di cura e arte (dalla musica al cinema, dall’arte visiva ai videogiochi, dalla danza al teatro) è stata affrontata sotto diversi aspetti: c’è stato spazio per il racconto di attività, strumenti, progetti e approcci sperimentati in Italia, ma anche per approfondire evidenze e prove emerse dai casi di studio condotti nel mondo o per analizzare le cause profonde che rendono l’arte una risorsa salutogenica e insieme le motivazioni che ne fanno un utile strumento per accrescere la formazione medica e sanitaria. Si è inoltre parlato di welfare culturale e di prescrizione sociale.

“L’obiettivo, nell’immediato, è quello di portare – ha annunciato la Senatrice Borgonzoni – in Conferenza Stato-Regioni il testo di un accordo con i musei e i parchi archeologici statali, in virtù del quale i soggetti affetti da patologie neurodegenerative possano visitare gratuitamente questi siti sulla base di una specifica prescrizione medica. Oltre alla collaborazione con un’università italiana, è nostra intenzione mettere a terra un lavoro congiunto con le Regioni e con l’Istat per inserire dieci nuovi quesiti inerenti il benessere di quanti lavorano o frequentano ambienti museali nel censimento dei musei condotto ogni tre anni. Tra le questioni che parimenti meritano di essere affrontate nel prossimo futuro, anche la formazione di personale specializzato nella materia”.

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