Roma, Emilio Liofreddi in mostra

Le precedenti esperienze di Leofreddi si fondono con le nuove, creando un’importante tessuto di ricerca, sottolineando una tensione creativa coinvolgente, grazie alla quale le problematiche Zen giungono a evocare, nella contemplazione intimistica del proprio esistere, il principio del vuoto attivo, proprio di quel filone del pensiero buddista. Sembra quasi che nei suoi elaborati, tenda, a spezzare i vincoli del monologo filosofico e religioso per aprirsi a una possibilità di comunicazione diversa, meno concettuale e sufficiente ad affinare gli strumenti operativi e di recare un contributo sostanziale per superare i limiti della tradizione. Il sintetizzare i dati oggettivi e logici, quali ad esempio il rapporto spazio-temporale, e proporre interpretazioni alogiche e intuitive assumono un carattere emblematico e riassuntivo di un quadro psicologico piuttosto complesso, dialetticamente vivo e ricco di significati generali. Un’affascinante meditazione sulla natura del cosmo, con molte caratteristiche di levità e immediatezza, un cauto cromatismo che sono tipiche di una raffinatissima e antica civiltà orientale.
In effetti, in alcuni lavori soprattutto nei tappeti, si nota una diversa impostazione formale che sollecita il fruitore a indagare le cause della nuova ricerca per individuarne la natura proprio nella necessità interiore di guardare alla via, al principio, all’ordine cosmico, in sintesi a quello eterno, vago ed elusivo, profondo e oscuro, ma sempre tale da contenere ogni forma, ogni essenza e ogni realtà. Al bisogno di raffigurare sulla tela le istanze di un ordine naturale corrisponde quasi sempre il senso della via verso Oriente, appare come il giusto cammino per arrivare alla verità e vivere quella stessa legge morale, qualificatasi come sostegno indispensabile al viaggio umano. In senso cosmico il movimento del principio Yang e di quello passivo Yin si fondono in unità, dimostrandosi componenti necessari della forza vitale, fino a trascendere la stessa corporeità. Il mutamento e l’incessante prodursi e riprodursi sono il fondamento della pittura di Emilio Leofreddi , il quale affonda nella sua cultura radici profonde, sufficienti a portargli linfa e sostanziali giustificazioni al rinnovarsi incessante della poetica.
Inaugurazione giovedì 11 maggio 2017 ore 18.30
Presso galleria Smac, via Velletri 30 - 00198
Dal 11 maggio al 17 giugno 2017