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Regione Lazio, discariche da risanare

print28 gennaio 2014 18:22
(AGR) "I dati presentati oggi del dossier "Bonifiche dei siti inquinati" di Legambiente, che analizza i siti di interesse nazionale e regionale ancora da bonificare, ci dicono che nella Regione Lazio e nello specifico nella Valle del Sacco sono 117.084 gli ettari ancora da bonificare, ed i piani di caratterizzazione presentati sul totale delle 123 aree coinvolte, sono meno del 50%. – dichiara Cristina Avenali Consigliera Regionale Gruppo Per il Lazio, componente della commissione Ambiente - Non c'è tempo da perdere se vogliamo procedere con determinazione verso l’obiettivo finale di riqualificazione ambientale dell’area e del rilancio economico, puntando sulla sua vocazione naturale di distretto rurale e agroindustriale.

Vanno respinti nuovi insediamenti industriali impattanti, intervenendo su quelli ancora presenti come la discarica a Colleferro, e archiviando definitivamente il progetto dell’aeroporto di Frosinone. Va programmato un intervento sul fiume Sacco per chiudere gli scarichi abusivi senza tralasciare gli scarichi civili, che per il 32% non vengono ancora depurati. Per la bonifica delle aree mancanti servono molti soldi e per questo è fondamentale l’opposizione manifestata dalla giunta Zingaretti al declassamento del sito della Valle del Sacco, a Sito di interesse regionale, e sono particolarmente interessanti le proposte di Legambiente di rendere più conveniente, anche attraverso l'introduzione di premialità fiscale, l'uso di tecnologie per la bonifica in situ, e di istituire un fondo rotativo per finanziare il risanamento dei siti inquinati cosiddetti 'orfani'.

Fondamentale anche la richiesta di istituire un registro regionale dei tumori visto che è ormai appurato che la concentrazione di inquinanti nell’ambiente e i ritardi negli interventi di bonifica causano gravi danni alla salute.""Ora bisogna dare seguito e forza al lavoro di coordinamento e partecipazione iniziato per rilanciare la Valle del Sacco dal punto di vista economico e tornare a dare speranza alla popolazione sia per una migliore qualità della vita, che per un rilancio dell'occupazione coinvolgendo anche il mondo imprenditoriale.E non ci si può fermare alla Valle del Sacco, ma bisogna intervenire nelle tante aree inquinate della regione delle quali l’Amministrazione regionale sta ultimando la mappatura, a cominciare da quelle ritornate tristemente alle cronache nelle ultime settimane, come Malagrotta e Borgo Montello, che per dimensioni e gravità credo che la Regione Lazio debba chiedere che siano considerati siti di interesse nazionale."

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