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L’Istat conferma i dati della crisi

print11 gennaio 2010 23:45
(AGR) Anche l’Istat conferma quello che tutti gli italiani conoscono oramai da tempo: il potere d'acquisto delle famiglie italiane, nel periodo che va da ottobre 2008 a settembre 2009 è diminuito dell'1,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La rilevazione eseguita dall’Istat si riferisce al reddito reale, mentre il reddito nominale, è diminuito dell'1%. Cresce la propensione al risparmio.
Nel periodo di riferimento, infatti, i consumi esaminati sono diminuiti in maniera maggiore rispetto al reddito (-1,5%) e dunque la propensione al risparmio delle famiglie segna un aumento dello 0,4%, sempre su base annua. Complessivamente la propensione al risparmio delle famiglie, ovvero il rapporto tra il risparmio lordo e il reddito disponibile, nel periodo ottobre 2008 - settembre 2009 è stata pari al 15,4%. Secondo il Codacons, invece, per pensionati il calo del potere d’acquisto è stato doppio.
“I pensionati al minimo, - spiega il Codacons in una nota - così come le famiglie a rischio di povertà relativa, hanno un'inflazione doppia e tripla rispetto alla media delle famiglie italiane. Per queste situazioni, quindi, il calo del potere d'acquisto è risultato almeno doppio e, dunque, supera abbondantemente la soglia del 3%”. Per questo, il Codacons ribadisce la sua richiesta al Governo e all'Istat: “sono necessari indici dei prezzi differenziati per fasce di reddito e per fasce sociali, per verificare come l'inflazione si spalma diversamente sulle varie categorie sociali. In particolare sarebbe necessario un indice dei prezzi ad hoc per i pensionati, sul quale calcolare l'adeguamento delle pensioni. Ma questo - dice l'associazione - non si è mai voluto farlo”.
Sulla stessa linea laFederconsumatori. “Si tratta di un calo sottostimato. Di sicuro, l'ennesima conferma che l’anno scorso si è verificato un drastico crollo del potere di acquisto delle famiglie. I nostri osservatori, ad esempio, hanno calcolato una diminuzione del potere di acquisto attorno all'1,8-1,9%, pari a circa 565 euro l’anno a famiglia”.

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