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Fiumicino, migliora lo scalo e diminuisce l'occupazione

print05 novembre 2014 22:03
(AGR) “A fronte della buona notizia dell’aumento del numero dei passeggeri e di un rilancio del Leonardo Da Vinci come porta del Mediterraneo e hub internazionale, grazie soprattutto ai principali vettori e linee aeree internazionali, si continua a registrare una situazione gravissima sul piano occupazionale che coinvolge in primo luogo l’ex compagnia di bandiera e l’handling.

Il miglioramento dei livelli aeroportuali si comincia ad avere solo con le prime, abbozzate misure, senza che il grosso degli investimenti sull’ammodernamento dello scalo siano state ancora messe in campo, comprese quelle sul potenziamento tecnologico e infrastrutturale dell’attuale sedime, investimenti che devono essere ancora in larghissima parte realizzati.

Ecco perché continuo a pensare che si possono ottenere risultati importantissimi ed esaurienti solo con gli investimenti programmati su Fiumicino sud.

Non è però accettabile lo stridente contrasto di uno scalo che cresce mentre diminuiscono i livelli occupazionali con pesantissime ricadute sul nostro territorio: lavoratori che diventano ex senza alcun preavviso, senza un piano concordato, solo attraverso la disattivazione di un badge, di un computer o di una password; personale sbattuto fuori dalla porta e scortato all’esterno del sedime aeroportuale. Tutto questo è inaccettabile e profondamente ingiusto, in spregio non solo all’articolo 18 dei lavoratorima anche a qualsiasi discussione aperta sul Jobs Act. La ricollocazione di lavoratori con anni di professionalità alle spalle è un tema che deve essere irrinunciabile per il Ministero delle Infrastrutture e quello del Lavoro, nonché per tutti i soggetti e gli enti interessati. Vale per Alitalia, per l’handling o l’indotto. Per queste ragioni il ministero delle infrastrutture insieme a quello del lavoro devono aprire un tavolo di confronto con gli attori interessati per un vero piano di ricollocazione del personale in mobilità, dando così una risposta seria e concreta a quella che è ormai a tutti gli effetti un’emergenza sociale”.

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