Donate al Comune di Prato cinque opere di Oscar Gallo per volontà delle figlie Anna e Patrizia
La collezione d’arte del Comune di Prato si arricchisce grazie alla donazione di cinque sculture di Oscar Gallo. Scultore, pittore e incisore, Gallo studiò presso la Scuola d'Arte e Mestieri Leonardo ed è stato uno dei principali esponenti della cosiddetta “Scuola di Prato”.
Opere Oscar Gallo
(AGR) La collezione d’arte del Comune di Prato si arricchisce grazie alla donazione di cinque sculture di Oscar Gallo, donate per volontà delle figlie Anna e Patrizia, memori del forte rapporto che legò il padre alla città.
Le opere, intitolate Busto di donna, Testa di donna, Nudo (Ragazza che si pettina), Nudo e Ritratto di Maria, sono le creazioni di un artista che, nato a Venezia nel 1909, ha legato il suo destino a Prato, dove si trasferì nel 1918 in giovanissima età e mosse i primi passi nel campo artistico, studiando presso la Scuola d'Arte e Mestieri Leonardo e maturando poi la sua coscienza artistica in contatto con intellettuali e artisti quali Ardengo Soffici, Quinto Martini, Ottone Rosai, Leonetto Tintori, Elena Berruti e Mino Maccari.
Gallo ha operato lungamente in città come scultore, pittore e incisore, ed è stato uno dei principali esponenti della cosiddetta “Scuola di Prato”, forse il più significativo movimento artistico del Novecento pratese; in questo contesto frequentò Arrigo Del Rigo, Leonetto Tintori, Gino Brogi, Quinto Martini, Giulio Pierucci ed altri pittori e scultori della città toscana.
Da qui prese l’avvio una brillante carriera come artista, ma non solo: fu anche insegnante in vari licei artistici, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze (che gli ha dedicato una retrospettiva nel 2012) e fondatore del movimento Nuovo Umanesimo assieme a Quinto Martini e altri. Ha esposto le sue opere in Italia e all’estero e i suoi lavori fanno parte anche della collezione del Museo Novecento di Firenze e del Museo Civico di Torino. Un nucleo significativo di dipinti e sculture è già presente nelle collezioni comunali pratesi e conservato nel Palazzo Comunale di Prato e nei depositi del Museo di Palazzo Pretorio.