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L’INPS è ormai allo sbando e riversa sul cittadino le sue gravi inefficienze

printDi :: 19 dicembre 2020 21:50
INPS

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(AGR) In questi giorni 620.000 persone fra pensionati, disoccupati che beneficiano della NASPI e tutti coloro che hanno scelto l’INPS come sostituto di imposta stanno ricevendo dall’INPS una comunicazione contenente una Certificazione unica rettificativa dei redditi erogati per l’anno 2019 che modifica la precedente già ricevuta nel mese di marzo scorso.

I contribuenti con la certificazione unica ricevuta a marzo, nel rispetto delle prescrizioni normative, hanno già predisposto e inviato all’Agenzia delle Entrate la loro dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi).

 
A questo punto, tenuto conto che il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche è spirato il 10 dicembre 2020, i contribuenti, grazie a questa inaspettata novità, che prevarica ogni diritto di legittimo affidamento del cittadino, saranno costretti a recarsi di nuovo dal proprio commercialista o al Caf per far elaborare una nuova dichiarazione dei redditi integrativa della precedente e farsi carico delle sanzioni oltre che degli onorari per la nuova dichiarazione.

In uno Stato di diritto come il nostro è possibile che si possa verificare tutto ciò senza che nessuno dei vertici dell’INPS si sia dimesso e si sia scusato per il grave errore commesso?

Il principio del legittimo affidamento viene meno a danno del cittadino che in casi del genere non dovrebbe farsi carico di ripresentare una nuova dichiarazione dei redditi integrativa e soprattutto farsi carico delle sanzioni. Nella stessa lettera che accompagna la nuova certificazione unica il presidente dell’INPS invita candidamente il contribuente a trasmettere all’Agenzia delle Entrate una nuova dichiarazione integrativa omettendo che le sanzioni sono a carico del contribuente stesso.

È un fatto di una gravità inaudita visto che lo Stato con un suo Ente, in spregio al cittadino, si autoproclama libero dal non voler riparare ad un suo evidente errore scaricando sul contribuente l’onere per altro anche in termini sanzionatori. Quindi in piena pandemia COVID 19 tutti coloro che riceveranno in questi giorni questa comunicazione dall’INPS dovranno caricarsi sulle spalle questa ulteriore inefficienza dello Stato senza che il presidente dell’INPS si sia minimamente scusato per l’ennesimo grave errore commesso da lui e dai suoi uffici.

Sulla questione è intervenuto anche uno dei sindacati dei commercialisti italiani l’ANC (Associazione Nazionale Commercialisti) che con un comunicato dell’11 dicembre scorso ha dichiarato: “Come professionisti, paghiamo sempre per gli eventuali errori che commettiamo, ma ora ci rifiutiamo categoricamente di riaprire dichiarazioni sbagliate per errori della P.A., la quale ha il dovere di trovare un’altra strada per riparare alle proprie sviste. A cosa dobbiamo ancora assistere prima che i vertici Inps si decidano a prendere atto della serie di débacles di cui hanno dato prova e a fare un passo indietro di fronte alla propria inadeguatezza?”

Sarebbe opportuno un intervento chiarificatore da parte dell’INPS.

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