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Militare mutilato in servizio: dopo 15 anni arriva l’adeguamento dell’assegno a 500 euro

Il militare rimase gravemente ferito durante un’esercitazione. L’esplosione causò la perdita parziale della mano sinistra, con lesioni ossee, tendinee e vascolari. Nel 2014 il Ministero della Difesa gli riconosce lo status di vittima del dovere, ma gli assegna un vitalizio ridotto a 258,23 euro

printDi :: 02 luglio 2025 20:37
Militari italiani foto pixabay

Militari italiani foto pixabay

(AGR) di Donatella Gimigliano

Per oltre un decennio ha atteso che lo Stato gli riconoscesse quanto gli spettava. Oggi, finalmente, il militare dell’Esercito Italiano e vittima del dovere, ottiene giustizia: il Tribunale di Verona dispone l’adeguamento dell’assegno vitalizio mensile a 500 euro, pari a quello previsto per le vittime del terrorismo e arretrati per circa 20mila euro.

 
L'uomo attualmente in servizio presso il Reggimento Paracadutisti di Legnago, nel 2009 rimase gravemente ferito durante un’esercitazione. L’esplosione causò la perdita parziale della mano sinistra, con importanti lesioni ossee, tendinee e vascolari. Aveva solo 30 anni.

Prima di quell’incidente, aveva partecipato a missioni in Afghanistan, Iraq, Libano, e Kossovo, esponendosi a rischi estremi, tra cui amianto, agenti cancerogeni e radiazioni. Un servizio al Paese che gli è costato la salute e una vita segnata da disabilità permanente.

Nel 2014 il Ministero della Difesa gli riconosce formalmente lo status di vittima del dovere, ma gli assegna un vitalizio ridotto a 258,23 euro, ignorando il principio di equiparazione economica con le vittime del terrorismo, come invece stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza 7761/2017).

“Per anni il Ministero ha negato l’evidenza giuridica, ignorando un diritto chiaramente sancito” – denuncia il legale dell’uomo, Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Vittime del Dovere – “finalmente, dopo una lunga battaglia giudiziaria, G.S. ottiene ciò che gli spetta: il corretto importo del vitalizio e tutti gli arretrati. È ora che l’Avvocatura dello Stato cessi ogni forma di ostilità verso chi ha servito il Paese con sacrificio estremo.”

Il caso di G.S. non è isolato: centinaia di militari, riconosciuti vittime del dovere, ricevono ancora oggi un trattamento discriminatorio rispetto a quello garantito alle vittime del terrorismo, pur essendo accomunati dallo stesso livello di rischio, esposizione e perdita.

A supportali in questa lunga battaglia, l’Osservatorio Vittime del Dovere è impegnato nella difesa legale e sociale di chi ha subito danni permanenti al servizio dello Stato. www.vittime-del-dovere.it

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