"Tempi Nuovi"un film di François Caillat sceneggiato con Cristina Comencini al Festival del cinema di Roma
In anteprima alla ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Special Screening, sarà presentato Tempi Nuovi un film di François Caillat, regista francese, autore di lungometraggi e documentari. Il film racconta la storia di una famiglia di minatori italiani negli anni Sessanta


Tempi Nuovi una scena del film foto da comunicato stampa
(AGR) Sarà presentato in anteprima alla ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Special Screening, Tempi Nuovi un film di François Caillat, regista francese, autore di lungometraggi e documentari presentati e premiati in festival internazionali (IDFA, Toronto, FID, CPH:DOX, Cinéma du Réel, Tokyo, Nyon, Doclisboa, ecc.).Caillat lavora sulle tracce del passato e indaga nei suoi film su figure dimenticate, facendo rivivere mondi scomparsi. È stato spesso descritto come un "cineasta della memoria". Tra i suoi titoli figurano: Una giovinezza innamorata, Tre soldati tedeschi, Trittico russo, Benvenuti a Bataville e L'affare Valérie.
Tempi Nuovi, sceneggiato con Cristina Comencini, intreccia due fili narrativi: un’opera sul vecchio mondo operaio composta da Carlo Crivelli su un libretto di Valerio Magrelli e un documentario girato a Villerupt, in Lorena, una città mineraria dove emigrarono, nel XX° secolo, migliaia di lavoratori italiani.
Il film racconta la storia di una famiglia di minatori italiani negli anni Sessanta, interroga i loro nipoti che lavorano in Lussemburgo in ambiti nuovi che spaziano dalla finanza allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.Tempi Nuovi mette in scena la trasformazione dei legami sociali e la fine di una civiltà nell’arco di poche generazioni. Tra memoria collettiva e traiettorie individuali, Tempi Nuovi investiga sulle lotte di ieri e la loro risonanza nel mondo di oggi.
“Tornando in Lorena, nella città dove sono nato – dice il regista - non immaginavo che fosse nato un altro mondo. Avevo lasciato una città operaia, il lavoro di ferro e acciaio, i canti dei minatori italiani… Ho scoperto al loro posto finanza e intelligenza artificiale. I discendenti dei minatori sono diventati banchieri e informatici. Del passato non resta che una legenda cantata”.