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“La Porta delle Farfalle” un battito d’ali per far volare la legalità

Quale strumento potrà estirpare il seme del male? L'abbiamo imparato dalla storia, l'unico modo è quello della crescita culturale e sociale di un popolo. Ed è in ragione di questa affermazione che a Librino, nel catanese, nasce “ La Porta delle Farfalle”, una grande scultura in bassorilievo ceramico

printDi :: 22 aprile 2023 16:25
porta panoramica giorno inaugurazione Librino

porta panoramica giorno inaugurazione Librino

(AGR) di Roberto Di Prima

E' arrivata la luce in un quartiere buio - Librino diventa un museo a cielo aperto…. “Renaissance” è un concetto che indica una rinascita, un rinnovamento, una svolta, un passaggio da un periodo buio ad uno più luminoso e carico di speranza verso un futuro migliore. E’ un termine che va associato a un percorso di riscatto sociale, attraverso una costante crescita socio-culturale, intrapreso già da alcuni anni dagli abitanti di un quartiere a sud ovest di Catania; si chiama Librino ed è tristemente famoso per essere legato a fatti di cronaca non certo edificanti.

Il quartiere negli anni ‘70 era stato progettato dall’architetto giapponese Kenzo Tange con un’idea di agglomerato urbano a misura d’uomo con ampie strade, isole alberate, scuole, chiese, luoghi di ritrovo. proprio per rispondere a quella spinta di rinnovamento socio culturale e di modernizzazione tipica di quegli anni. Il progetto, inizialmente, aveva lo scopo di valorizzare quella parte di territorio poco amata dai catanesi nella scelta di una unità abitativa, che di contro fecero ricadere le loro preferenze nelle zone alle pendici dell’Etna.

E’ovvio, quindi, che non si poteva pensare ad un'idea abitativa di pregio e di livello elevato e il quartiere "modello" divenne un insediamento di case popolari e cooperative edilizie. A ridosso della zona, inoltre, crebbero in fretta palazzoni e abitazioni abusive di ogni genere ad opera di speculatori senza scrupoli e avvezzi ad ogni pratica del malaffare. Un degrado continuo per il quartiere e una sorta di discesa all’inferno per gli abitanti ( microcriminalità diffusa, abbandono, sporcizia, spaccio di droga, prostituzione e molto altro ancora). Un lungo periodo buio, durante il quale, la maggior parte degli abitanti (quella buona) ha dovuto fare i conti con sorprusi e vessazioni di ogni tipo lottando quotidianamente per affermare la propria dignità nel nome di un riconoscimento sociale e dei propri valori individuali. Facile pensare che problematiche del genere troverebbero soluzione con adeguate politiche sociali da parte delle Istituzioni Pubbliche.

In verità, negli anni, di interventi per contrastare il malaffare e l’illegalità ce ne sono stati parecchi, a volte con ottimi risultati. Si pensi ad una maggiore presenza dello stato sul territorio, a dibattiti e incontri col mondo della scuola per una maggiore sensibilizzazione dei giovani verso la cultura della legalità e del rispetto tra individui come unica forma di riscatto e affermazione sociale. Ma siamo in Sicilia, e le cose si sa, in questa regione, vanno a rilento, ce l’ha spiegato bene Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo. E ci sono pure i Siciliani, fieri e orgogliosi della propria terra, che non si rassegnano davanti alle difficoltà, che resistono e combattono con ogni mezzo legale il male della sopraffazione mafiosa, un cancro subdolo e violento che tanto ha tolto alla dignità del popolo siciliano.

Quale strumento, pertanto, potrà mai estirpare il seme del male? C’è un solo modo, l’abbiamo imparato dalla storia, ed è quello della crescita culturale e sociale di un popolo. Ed è in ragione di questa affermazione che a Librino, nel catanese, nasce “ La Porta delle Farfalle”, una grande scultura in bassorilievo ceramico, che si aggiunge alla “Porta della Bellezza” in precedenza eseguita, lunga oltre un chilometro e mezzo, realizzata sul cavalcavia che porta al popoloso quartiere di Librino.

Inaugurata il 14 aprile scorso l’opera in terracotta, ideata e voluta dal mecenate Maestro Antonio Presti, è il frutto di tre anni di impegno che ha coinvolto quindicimila persone di Librino, le mamme, i bambini, i condomini e le associazioni del territorio, oltre a cinquemila studenti di venti licei artistici siciliani e una cinquantina tra artisti e architetti. Numeri importanti per un impegno, nel nome del principio di legalità, divenuto realtà grazie alla collaborazione sentita di tutti i partecipanti espressa con messaggi, idee, pensieri che si snodano nelle cinquanta immagini realizzate con oltre centomila formelle di terracotta.

All’inaugurazione la mattina del 14 aprile scorso, erano presenti, oltre agli artisti autori della monumentale opera, anche le autorità locali e regionali; la partecipazione massiccia ( oltre ventimila le presenze) di mamme e bambini di moltissime scuole siciliane ha arricchito di significato etico e culturale l’evento. L’opera di grande condivisione ha toccato il cuore, non solo deii presenti all’inaugurazione, ma anche di tutti quelli che credono nella bellezza dell’arte e della cultura come unica via di uscita dal degrado sociale che, negli ultimi decenni, ha colpito molte città metropolitane d’Italia. Dunque la cultura, la conoscenza e l’arte come indispensabili volani sociali nella lotta contro il male e nella riconquista del territorio e dei propri spazi cittadini.

Ogni iniziativa culturale muove in questa direzione: “La Porta delle Farfalle”, una tra le più grandi opere collettive al mondo, rappresenta tutto questo e altro; toccando il cuore di tutti ha costruito un sottile legame emozionale tra i cittadini stimolando in loro quel senso di appartenenza e di riappropriazione del territorio nel segno della bellezza dell’arte. Dunque le “farfalle” della porta si impongono come simbolo di metamorfosi di un quartiere periferico che finalmente intravede la possibilità di riappropriarsi della propria anima.

Non solo un’opera monumentale ma un progetto, una visione di futuro che cambierà la storia di Librino e da cui parte un messaggio forte rivolto a tutte le realtà sociali, il cui obiettivo nobile è quello di risvegliare e formare una coscienza condivisa di rispetto del territorio attraverso un maturato senso della bellezza. E, dunque, non solo un evento “ La Porta della Bellezza” rappresenta per i cittadini di Librino il simbolo della negazione del male e l’esaltazione del bello. Quel cambiamento tanto auspicato e che, grazie alla forza della cultura, ha riaperto la strada della crescita collettiva che, passando dalle nuove generazioni, potrà confluire in una coscienza di vita sociale e di comunità basata su principi legali e di rispetto reciproco.

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