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Il viaggio più lungo....La deportazione ad Auschwitz degli ebrei di Rodi e Kos, museo della Shoah dal 20 settembre

La Fondazione Museo della Shoah ha inaugurato la mostra "Il viaggio più lungo. La deportazione ad Auschwitz degli ebrei di Rodi e Kos” a cura di Marcello Pezzetti. La mostra ripercorre il viaggio dei deportati da Rodi e Kos ad Auschwitz il più lungo di una deportazione nazista

printDi :: 20 settembre 2024 15:41
Il viaggio più lungo....locandina mostra

Il viaggio più lungo....locandina mostra

(AGR) In occasione dell'ottantesimo anniversario della deportazione degli ebrei di Rodi (1944-2024), la Fondazione Museo della Shoah ha inaugurato oggi, presso Casina dei Vallati, la mostra "Il viaggio più lungo. La deportazione ad Auschwitz degli ebrei di Rodi e Kos” a cura di Marcello Pezzetti.

La mostra si avvale della partnership del CDEC Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e dei patrocini della Ambasciata di Grecia a Roma, del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, di Roma Capitale, della Città metropolitana di Roma Capitale, dell’UCEI Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della CER Comunità Ebraica di Roma e dell‘Associazione Figli della Shoah di Milano.

Questa mostra rappresenta un evento imperdibile per chiunque voglia comprendere una delle pagine più tragiche e meno conosciute della Shoah. La comunità ebraica sefardita di Rodi, un tempo prospera e integrata, fu brutalmente decimata durante la Seconda Guerra Mondiale, quando oltre 1.700 ebrei furono deportati ad Auschwitz-Birkenau, con solo 178 sopravvissuti al ritorno.

Curata da Marcello Pezzetti, uno tra i maggiori esperti in Italia della storia della Shoah, la mostra ripercorre il viaggio dei deportati da Rodi e Kos ad Auschwitz, in assoluto il più lungo di una deportazione nazista. Nelle tre sale al primo piano della Casina dei Vallati, attraverso un approfondimento storico straordinario, combinando rigorose ricerche con materiali visivi e testimonianze emozionanti, i visitatori potranno esplorare pannelli esplicativi dettagliati, fotografie d'epoca degli anni '30 e filmati con testimonianze inedite di sopravvissuti rodioti. Questi filmati, con testimonianze nella quasi totalità inedite di sopravvissuti rodioti e per la prima volta esposti al pubblico, sono stati realizzati negli anni ’90 dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, per il progetto “L’Archivio della Memoria”. Tra questi sono inseriti anche brani di una lunga intervista a Sami Modiano realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah.

La mostra è arricchita da una grande mappa che illustra il tragitto della deportazione da Rodi ad Auschwitz, offrendo una visione chiara del terribile viaggio affrontato dagli ebrei rodioti. Inoltre, una postazione interattiva con il portale tematico parte del progetto “Ebrei di Rodi. Eclissi di una comunità 1944-2024” del CDEC - www.ebreidirodi1944.cdec.it - permette ai visitatori di approfondire ulteriormente la storia attraverso risorse digitali. Le biografie dei quattro deportati rodioti che, dopo la liberazione, hanno scelto di diventare cittadini romani – Joseph Varon, Rahamin Cohen, Rosa Hanan e Sami Modiano – forniscono un volto umano a questa tragica vicenda.

Presenti all’inaugurazione Mario Venezia, Presidente Fondazione Museo della Shoah, Christina Karagiorga, Vice Capo Missione - Ambasciata di Grecia a Roma, Noemi Di Segni, Presidente UCEI; Daniele Regard, Assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma, Marcello Pezzetti, curatore della mostra. Inoltre, la presenza di Sami Modiano all'inaugurazione ha conferito un valore inestimabile all'evento. Le sue testimonianze, ricche di dolore e speranza, rendono viva la memoria di una comunità quasi completamente annientata e offrono un monito potente per le generazioni future. Sami Modiano, con il suo coraggio e la sua dedizione, rappresenta un ponte vivente tra il passato e il presente.

Come dichiara il Presidente della Fondazione Mario Venezia “Attraverso una ricca selezione di documenti, fotografie d’epoca e testimonianze inedite, questa esposizione si propone non solo di ricordare, ma anche di offrire uno spazio di riflessione collettiva sul valore della memoria, sulla sua fragilità, e sull'importanza di tramandarla. Perché conoscere la storia di ogni singola Comunità colpita significa, oggi più che mai, difendere l’umanità da ogni forma di oblio e indifferenza.”

Dettagli dell'evento:

Date di apertura: dal 20 settembre 2024 al 7 gennaio 2024
Casina dei Vallati, via del Portico d’Ottavia 29, Roma

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