Trapani, ai domiciliari un carabiniere ed un consigliere comunale, per rivelazione di segreti d'ufficio
Il provvedimento cautelare riguarda un Carabiniere in servizio presso un Comando Compagnia in provincia di Trapani, un consigliere comunale riguardo ad una presunta fuga di notizie riservate, connesse alle fasi successive alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro


(AGR) Nel corso della nottata militari dei Comandi Provinciali di Palermo e Trapani, hanno dato esecuzione a 2 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, disposte dal GIP di Palermo su richiesta della locale DDA, per i reati di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, aggravato dalla funzione di pubblico ufficiale, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e ricettazione.Nello stesso contesto, sono state effettuate delle perquisizioni, a Milano, sui luoghi nella disponibilità di un terzo indagato, in stato di libertà.
Il provvedimento cautelare riguarda un Maresciallo dei Carabinieri in servizio presso un Comando Compagnia in provincia di Trapani, un consigliere comunale della medesima provincia, nonché un noto giornalista milanese e consegue a puntuali investigazioni, svolte dagli stessi Carabinieri di Trapani e Palermo, su una presunta fuga di notizie riservate, connesse alle fasi successive alla cattura del noto latitante Matteo Messina Denaro
Gli indagati, secondo la ricostruzione investigativa dei Carabinieri e della Procura della Repubblica di Palermo, condivisa dal G.I.P., avrebbero tentato di divulgare, attraverso la pubblicazione su alcune testate giornalistiche on-line, alcuni documenti ancora coperti da segreto investigativo e inerenti le indagini sulle fasi immediatamente successive all’arresto del latitante, verosimilmente sottratti dal maresciallo dei Carabinieri e passati al consigliere comunale il quale li avrebbe proposti in vendita ad un noto giornalista milanese, che avrebbe poi realizzato degli scoop.
È doveroso rilevare che gli odierni destinatari della misura cautelare sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.