Tivoli, non poteva avvicinarsi alla ex-compagna, arrestato 31enne romeno
All'uomo doveva essere applicato il braccialetto elettronico ma prima dell'applicazione ha costretto l’ex compagna a subire la sua presenza in casa “facendovi ingresso con prepotenza e dopo essersi presentato sul posto in compagnia di un suo amico" ha poi continuato a contattarla telefonicamente
(AGR) Si comunica, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento - indagini preliminari - fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, che il 28 ottobre 2023, a Tivoli (RM), gli Agenti del pool specializzato nella violenza di genere e minori del Commissariato Distaccato di P.S. Tivoli - Guidonia, sotto la direzione dei Magistrati dal Gruppo uno della Procura della Repubblica di Tivoli che trattano i delitti di violenza di genere, hanno dato esecuzione hanno dato esecuzione alla misura cautelare in carcere nei confronti di un cittadino romeno 31enne residente a Guidonia Montecelio, con precedenti per atti persecutori e porto illegale di armi, il quale dovrà rispondere del reato di maltrattamenti (art. 572 c.p.) in danno dell’ex compagna. E’, però, emerso in tutta la sua evidenza il limite dell’attuale contratto per cui la società incaricata procede all’applicazione del braccialetto elettronico (strumento assai efficace) entro 4 giorni (nel caso di linea mobile), con la conseguenza che in questi giorni l’indagato, consapevole della misura del divieto di avvicinamento e della prossima applicazione del braccialetto elettronico, diviene ancora più pericoloso per la donna. Appare necessaria una pronta revisione che preveda l’immediata applicazione del braccialetto elettronico.
I FATTI
Il 28 ottobre scorso gli stessi Agenti del Commissariato tiburtino lo avevano già sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla parte offesa con prescrizione di mantenere una distanza di almeno 500 metri dal luogo di residenza della vittima, con divieto assoluto di comunicazione con la donna con qualunque mezzo, anche telematico, e applicazione del “braccialetto elettronico”, in esecuzione di un provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Tivoli su richiesta della Procura della Repubblica.
Già raccontato dalle cronache dei giorni scorsi, si trattava di un caso di violenza maturato tra le mura domestiche, reso ancora più pericoloso per la vittima a causa dell’abuso di alcolici da parte dell’uomo.
Un caso emerso anche grazie al sostegno fornito alla donna da parte dei vicini di casa che non avevano esitato a richiedere l’intervento della Polizia di Stato, chiaro esempio di come non ci si debba mai voltare dall’altra parte. Tuttavia, l'uomo ha immediatamente trasgredito agli obblighi a lui imposti. Infatti, subito dopo essere stato allontanato dai poliziotti dalla casa familiare, approfittando dei tempi tecnici di attesa per l’installazione del cd. “braccialetto elettronico”, previsti contrattualmente, ha costretto l’ex compagna a subire la sua presenza entrando in casa “facendovi ingresso con prepotenza e dopo essersi presentato sul posto in compagnia di un suo amico…”, imponendole anche la consegna di denaro. L’uomo, poi, contravvenendo ai divieti comunicativi imposti dall’Autorità giudiziaria, ha continuato a contattarla telefonicamente e tramite Whatsapp, insistendo per incontrarla, dicendole che non avrebbe mai rinunciato a lei, che non poteva vivere senza di lei e che si sarebbe tranquillamente tagliato il “braccialetto elettronico” pur di vederla.
La pronta richiesta di ausilio della donna al Commissariato di Tivoli e l’immediata comunicazione da parte della polizia giudiziaria di quanto accaduto al Pubblico Ministero titolare dell’indagine ha consentito al G.I.P del Tribunale di Tivoli di emettere, nel giro di pochissime ore, una nuova misura cautelare nei confronti di C.E., la custodia in carcere, come “…unica misura praticabile ed adeguata, essendo risultata l’applicazione cumulativa di misure non custodiali già inidonea a fronteggiare le esigenze cautelari, pur con lo strumento del controllo elettronico…”, eseguito dai poliziotti del Commissariato nello stessa.
Un caso che, ancora una volta, dimostra in tutta evidenza come, in tema di “CODICE ROSSO” la tempestività di azione delle istituzioni” sia frutto della formazione e della specializzazione di ogni singolo segmento istituzionale impegnato nel contrasto della violenza sulle donne.