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Termini, in pericolo l'assistenza ai clochard che si rifugiano alla stazione, vigilantes ed Esercito impedirebbero il lavoro dei volontari

USB: i poveri, abbandonati da decenni da una politica sorda ai primari bisogni di assistenza, vivi solo grazie al lavoro mutualistico del volontariato, oggi subiscono l’ulteriore umiliazione di essere trattati da appestati. Bloccati gli interventi di aiuto e assistenza delle decine di volontari

printDi :: 01 febbraio 2022 15:00
Termini, in pericolo l'assistenza ai clochard che si rifugiano alla stazione, vigilantes ed Esercito impedirebbero il lavoro dei volontari

(AGR) Truppe di vigilantes pagate dalla società del gruppo Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni Rail Spa, con l’ausilio finanche dell’esercito, stanno bloccando gli interventi di aiuto e assistenza delle decine di volontari che forniscono coperte e pasti caldi ai clochard che trovano riparo presso la Stazione Termini.

La denuncia arriva da una nota inviata dall'USB. I poveri, abbandonati da decenni da una politica sorda e cieca ai primari bisogni di assistenza, vivi solo grazie al lavoro mutualistico del volontariato, oggi subiscono l’ulteriore umiliazione di essere trattati da appestati da un’azienda privata che si può permettere il lusso di calpestare la dignità umana e di mettere finanche in serio pericolo la loro vita, lasciandoli morire di freddo e di fame, per garantire gli affari alle catene commerciali. Ecco un’altra conseguenza della privatizzazione degli spazi pubblici, come un tempo erano le stazioni ferroviarie.Che il nostro non sia un paese pronto ad affrontare il dramma della povertà e dell’emergenza assistenziale e abitativa è un fatto conclamato. Ma che queste azioni, di una violenza inaudita, accadano soprattutto nella città dell’accoglienza, nella culla della carità cristiana che ospita il Giubileo è un fatto ancor più emblematico.

 
Come emblematico è il silenzio della Giunta Gualtieri, che dovrebbe farsi garante della salute e dell’incolumità di tutti quelli che vivono a Roma, e invece si gira dall’altra parte.

La risposta all’indigenza non può essere l’abbandono. Il Comune e la Regione devono attivarsi nell’immediato, a partire dal contrasto di tutte quelle pratiche che favoriscono l’emarginazione, favorendo il ripristino di condizioni di vita dignitose, fornendo loro una residenza stabile, pasti e cure quotidiane.

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