Scrutini, la regione accellera, i presidi frenano...e chiedono tempo, gli studenti: rischiamo di rimetterci
Diktat regione Lazio: stop agli scrutini entro l'8 giugno per non prorogare i contratti a tempo degli insegnanti. Per i presidi non ci sarebbero i tempi tecnici per una giusta valutazione e per i consigli di classe. Gli studenti: no alla fine anticipata


(AGR) Allarme scrutini nelle scuole del Lazio, la circolare dello scorso 21 maggio firmata dal Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio Rocco Pinneri anticipa all’8 giugno la data finale degli scrutini. Un diktat necessario a non rinnovare i contratti di lavoro del personale docente assunti a tempo determinato ed il cui contratto scadrà appunto al prossimo 8 giugno. Studenti, insegnanti e Presidi sono sul piede di guerra. Gli scrutini ridurrebbero le ore a disposizione dei docenti per concludere il ciclo delle interrogazioni e concludere i programmi. "Una misura - sostiene Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi Lazio – che non è utile per tutta una serie di motivi. Intanto il tempo, perché si avrebbero disponibili solo quattro pomeriggi, la mattina , infatti, i professori sono impegnati con i ragazzi. Poi c’è la questione che molti insegnanti a tempo hanno più scuole e gli orari magari non combacierebbero….Inoltre, noi presidi non vediamo negli scrutini anticipati un grande risparmio per lo Stato. Allungare il contratto dei docenti a tempo determinato di tre o quattro giorni, infatti, non è un costo eccessivo se confrontato con il piano scuola per l'estate, iniziativa assolutamente positiva che condividiamo ma onerosa".
“Ancora una volta sono gli studenti a pagare - ha affermato Francesco Bucci, della consulta provinciale studenti di Roma ed esponente giovanile di FdI - da quasi due anni gli studenti stanno vivendo una scuola “a fisarmonica” per colpa della Pandemia e ora che abbiamo ripreso una semi-normalità, non ci viene data la possibilità di fare le ultime interrogazioni di recupero che vengono svolte ogni anno. Tra l’altro, saremmo l’unica regione in Italia a fare questo anticipo degli scrutini".
Sull’argomento sono intervenuti anche i sindacati della scuola, che hanno definito questa misura priva di senso, in un anno anormale come questo.