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S.O.S. contro la chiusura del Tribunale di Ostia

print22 febbraio 2013 17:16
Tribunale di Ostia

Tribunale di Ostia

(AGR) (AGR)E' una corsa contro il tempo per salvare il Tribunale di Ostia, mentre cresce la mobilitazione di tutte le forze politiche e sociali per far desistere il Ministero dal perseguire una decisione impopolare ed inutile, quanto nociva e costosa>Il 13 Settembre 2013, com’è noto,resta la data fissata dal Decreto Legislativo n. 155 del 7-9-2012 per la chiusura definitiva della Sezione distaccata di Ostia del Tribunale di Roma.

Una scelta che costituisce un grave errore e penalizza pesantemente ed ingiustificatamente la popolazione del XIII Municipio di Roma condannata a perdere un presidio di giustizia efficiente e a subire il disagio degli spostamenti verso gli uffici centrali del Tribunale di Roma già gravati da una grande mole di procedimenti.

La prossima mossa in questa partita di scacchi dovrà essere fatta ia partire dal prossimo 28 febbraio, data in cui sarà pubblicato sul bollettino del ministero della Giustizia l'elenco degli uffici del Giudice di pace interessati alla soppressione. Da quel momento gli Enti locali contrari al provvedimento avranno a disposizione 60 giorni per evitare la cancellazione facendosi carico delle spese. Ed in questo contesto, il sindaco Alemanno dovrà ritirare, in primis, la raccomandata di disdetta (entro il 30 giugno) dei locali attualmente occupati dagli uffici giudiziari sul lido, ed in secondo luogo, confermare la sua intenzione di assumersi gli oneri relativi al funzionamento degli uffici del Giudice di pace.

La chiusura del Tribunale di Ostia resta un provvedimento sbagliato. Infatti la sua soppressione si scontra con le precedenti disposizioni della Legge Delega n. 148 del 14-9-2011, nonché con le indicazioni del parere del Senato emesso in data 31-7-2012, oltre che con le indicazioni fornite dalla Commissione parlamentare e dalla Commissione di studio di cui il Governo Italiano si è avvalso per lo studio e la determinazione dei criteri da seguire per la chiusura degli uffici giudiziari improduttivi.

La Legge Delega> n.148/2011 prevedeva, infatti, espressamente la necessità di decongestionare gli uffici delle aree metropolitane più grandi d'Italia, tra cui Roma, invece, la soppressione della Sezione distaccata di Ostia, con un bacino di utenza simile a quello del Tribunale di Bologna (circa 300.000 abitanti) va esattamente nella direzione opposta al decongestionamento, gravando sul Tribunale di Roma Capitale ovvero sul Tribunale più intasato d'Europa.Il Senato della Repubblica, nel parere del 31-7-2012, ha indicato l'opportunità di non procedere alla totale soppressione delle sezioni distaccate, per garantire il servizio di prossimità ai cittadini, essendo, peraltro, emerso dal lavoro di Commissione parlamentare l'opportunità di non sopprimere diverse sezioni distaccate di tribunale, tra cui quella di Ostia, da non chiudere per dimensioni, numero di abitanti, pendenze e percentuali di smaltimento.

Infatti, la Commissione di studio incaricata dal Governo per la determinazione dei criteri da adottare per la chiusura degli uffici giudiziari aveva dato indicazioniin virtù delle quali, la sezione di Ostia aveva tutti i requisiti ed i numeri per rimanere in vita.

Inoltre, la chiusura della sezione di Ostia, contraria alle disposizioni normative ed alle indicazioni sopra richiamate, non è una decisione razionale ed esempio di opportunità politica in quanto, non si comprende per quale ragione si dovrebbe sopprimere un ufficio efficiente, con percentuali di smaltimento dell'arretrato tra le più alte d'Italia, per accorparlo al Tribunale di Roma, già in asfissia se non in agonia avanzata.

La chiusura della sezione distaccata di Ostia non produce per lo Stato un risparmio di spesa: infatti l'aggravio previsto del Tribunale di Romacondannerà anche la popolazione del XIII Municipio a subire i tempi del Tribunale di Roma, con conseguente applicazione della Legge Pinto ed esposizione dell'Italia alle conseguenze delle condanne in sede Europea per le lungaggini processuali. Senza contare che il personale amministrativo e giudiziario dovrà comunque essere retribuito e senza contare le spese necessarie per le necessità logistiche ed organizzative, per sistemare i fascicoli processuali (penali, civili, di volontaria giurisdizione, di esecuzione mobiliare ed immobiliare) esistenti e quelli futuri provenienti dalla popolazione del XIII Municipio di Roma.

E’ evidente, dunque, che chiudere il presidio di giustizia sul litorale romano, già caratterizzato da infiltrazioni criminali, con porto ed aeroporto e traffico di stupefacenti, comporta un reale arretramento dello Stato con abbandono del territorio ai potentati criminali, economici e speculativi. L'unico strumento possibile ed immediato per rimediare alla chiusura è un nuovo Decreto legge da parte del governoche ripristini immediatamente l'ufficio di Ostia in attesa della realizzazione del secondo Tribunale di Roma,che potrà partire dal nucleo di Ostia per servire tutto il litorale romano, anche in prospettiva del lancio e dello sviluppo del polo turistico programmato in detta area.

Per raggiungere questo obiettivo bisognerà chiamare a raccolta: magistratura, avvocatura, stampa scritta e televisiva, e tutte le forze sociali, istituzionali e politiche che vogliono evitare questo scempio della Giustizia, è necessario unire gli sforzi per salvare gli uffici giudiziari di Roma Capitale ed ottenere dal prossimo Governo in carica il ripristino immediato della sezione di Ostia del Tribunale di Roma. Se invece la chiusura di Ostia è un fatto voluto allora bisogna stanare chi “milita” contro gli interessi della popolazione del XIII Municipio di Roma perseguendo ad un tempo l'obiettivo di affossare gli uffici di Roma Capitale, denunciando le logiche perverse che stanno dietro ad un simile disegno pernicioso ed irrazionale che se non sarà fermato porterà allo sfascio gli uffici giudiziari di Roma Capitale.

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