Roma, "padre padrone" picchia a bastonate con un manico di scopa il fratello, fermato per gravi lesioni personali
Dopo l’ennesima discussione per questioni lavorative, il maggiore ha aggredito il fratello colpendolo con diversi pugni. Poi ha infierito su di lui col manico di una scopa.Infine, dopo averlo stordito a bastonate, lo ha afferrato per il collo e ha cercato di strangolarlo....Fermato dalla Polizia


Polizia
(AGR) Era più “anziano” di quattro anni del fratello e, forte del suo ruolo di primogenito, pretendeva di avere anche la “leadership” nell’amministrazione dell’autorimessa a conduzione familiare che i due gestivano da tempo in zona Casilino. Il suo atteggiamento da “padre padrone” gli è costato il fermo di indiziato di delitto della Polizia di Stato per lesioni personali aggravate.
Tutto è iniziato ieri pomeriggio, quando, dopo l’ennesima discussione per questioni lavorative, il maggiore di casa ha aggredito il fratello colpendolo al volto con diversi pugni. Poi, non pago dei colpi infertigli, ha iniziato ad infierire su di lui col manico di una scopa.Infine, dopo averlo stordito a “suon” di bastonate, lo ha afferrato per il collo e ha cercato di strangolarlo.Solo a quel punto la vittima è riuscita a divincolarsi e a fuggire in direzione di via Casilina, dove dopo pochi istanti, sfinita dall’aggressione subita, è svenuta a terra.
Qui, dopo essere stato sottoposto alle cure del caso, si è confidato con i poliziotti su quanto avvenuto nel tardo pomeriggio all’interno del garage di famiglia.
Proprio nell’autorimessa da cui era scaturita la lite, gli agenti hanno rintracciato, nella tarda serata, il fratello maggiore. Era ancora “armato” del manico di scopa che aveva utilizzato per colpire la vittima
Per l’uomo, un trentaseienne di origini egiziane, è scattato il fermo di indiziato di delitto per lesioni personali aggravate. L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’operato della Polizia di Stato.
Per completezza si precisa che le evidenze investigative sopra descritte attengono alla fase delle indagini preliminari e che, pertanto, l’indagato deve ritenersi innocente fino ad accertamento definitivo con sentenza irrevocabile di condanna.
Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi presunto innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.