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Roma Ostiense, in manette 23enne del Marocco per rapina e tentata estorsione

Un 21enne egiziano ha denunciato di essere stato aggredito da tre persone. I tre, dopo averlo colpito al collo e al volto con una bottiglia di vetro rotta, sarebbero riusciti ad impossessarsi dello smartphone e di 300 euro per poi costringerlo a raggiungere la stazione “Piramide” per riottenerli

printDi :: 10 gennaio 2024 15:06
Carabinieri attività di controllo all'Eur

Carabinieri attività di controllo all'Eur

(AGR) Al termine di un’attività d’indagine, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur e della Stazione Roma Garbatella d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un cittadino del Marocco di 23 anni, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale, poiché gravemente indiziato dei reati di rapina pluriaggravata, tentata estorsione e lesioni personali.

Il provvedimento scaturisce a seguito di un intervento effettuato in piazzale Ostiense, la sera dello scorso 2 gennaio, da una pattuglia dei Carabinieri della Stazione Roma Garbatella quando un cittadino 21enne egiziano ha denunciato loro di essere stato, poco prima, aggredito per futili motivi da un gruppo di tre persone, mentre si trovava nei pressi della metro Laurentina. I tre, dopo averlo colpito al collo e al volto con una bottiglia di vetro rotta, sarebbero riusciti ad impossessarsi dello smartphone del 21enne e di 300 euro in contanti per poi costringerlo a raggiungere la stazione metro “Piramide” per riottenerli. I Carabinieri hanno allertato il 118 che ha trasportato la vittima presso l’ospedale “San Giovanni”.

 
Raccolto tutti gli elementi utili dalla vittima, i Carabinieri sono riusciti in pochi minuti a intercettare e bloccare l’indagato. Dalle successive attività investigative i militari hanno raccolto gravi elementi indiziari e d’intesa con la Procura di Roma il 23enne è stato portato nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale di Roma ha convalidato il fermo e disposto per lui la custodia cautelare in carcere.

Si precisa che, considerato lo stato del procedimento, l’indagato deve ritenersi innocente fino ad eventuale sentenza definitiva.Le indagini dei Carabinieri proseguono al fine di identificare anche i complici.

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