Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

SEI GIA' REGISTRATO? EFFETTUA ADESSO IL LOGIN.



ricordami per 365 giorni

HAI DIMENTICATO LA PASSWORD? CLICCA QUI

NON SEI ANCORA REGISTRATO ? CLICCA QUI E REGISTRATI !

Roma, estorsione da 2 milioni di euro a consulente High Tech, due fermi

Uno dei due fermati era intermediario della vittima nella vendita di materiale informatico per 9 milioni di euro. La società della vittima per mancati pagamenti avviava un'azione penale. Il malcapitato riceveva minacce ed un ulteriore richiesta di un’ingiustificata somma di 2 milioni di euro

printDi :: 24 ottobre 2025 14:33
Carabinieri Nucleo Investigativo Roma

Carabinieri Nucleo Investigativo Roma

(AGR) I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno proceduto al fermo di indiziato di delitto di due soggetti romani, entrambi pregiudicati, uno dei quali sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, perché gravemente indiziati di aver tentato di estorcere la somma di 2 milioni di euro a un consulente di un’azienda specializzata nell’import/export di prodotti tecnologici.

La vittima, a partire dalla fine dello scorso anno, intratteneva rapporti d’affari con uno dei due fermati, intermediario per alcune imprese, che gli procacciava una vendita di materiale informatico per l’ingente somma di 9 milioni di euro. Dopo alcuni mesi dall’inizio dell’operazione commerciale, la società del malcapitato si trovava costretta a intraprendere un’azione legale nei confronti della ditta acquirente per essere risultata nel tempo insolvente nei pagamenti.

 
Affinché non venisse intrapresa alcuna azione legale di recupero del credito, l’intermediario iniziava a pressare e a minacciare il consulente finanche portandolo al cospetto del noto pregiudicato romano, esponente di vertice nel mondo criminale capitolino e attualmente sottoposto agli arresti domiciliari. Da quel momento il malcapitato iniziava a subire gravi minacce, intimidazioni e aggressioni fisiche nonché l’ulteriore richiesta del pagamento di un’ingiustificata e ingente somma di denaro pari a 2 milioni di euro. 

In breve tempo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, iniziavano una serie di attività investigative che consentivano di raccogliere, a carico dei due soggetti, gravi elementi indiziari circa le loro responsabilità in ordine al reato di estorsione, sulla base dei quali veniva emesso dall’Autorità Giudiziaria un fermo di indiziato di delitto.

Nel corso dell’esecuzione del provvedimento, i due indiziati venivano sorpresi dai Carabinieri mentre svolgevano un summit, all’interno di una clinica romana, con un ex appartenente alla Banda della Magliana, attualmente sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, e con un ex appartenente ai N.A.R., attualmente sottoposto alla libertà vigilata.

Quest’ultimo veniva trovato in possesso di un revolver con matricola abrasa e, quindi, veniva tratto in arresto in flagranza per detenzione illegale di arma clandestina, mentre l’ex appartenente alla Banda della Magliana veniva arrestato per aver violato le prescrizioni relative alla misura di prevenzione personale.

Nel corso delle perquisizioni domiciliari venivano rinvenuti circa 33 mila euro in contanti, gioielli con diamanti, un orologio del valore di 250 mila euro, nonché 18 quadri, 2 vasi da terra monumentali di verosimile porcellana cinese, un capitello e un mezzo busto in marmo, opere d’arte di cui si dovrà stabilire valore e provenienza con l’ausilio del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. 

Gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

Sfuggire alla trappola degli usurai o estorsori è possibile, occorrono coraggio e fiducia nelle Istituzioni per non rimanere soli. Vincere la paura delle minacce e delle ritorsioni significa saper chiedere aiuto, presentando denuncia presso le preposte Autorità Giudiziarie o presso qualsiasi presidio delle Forze dell’Ordine. Quanto sopra, si comunica, nel rispetto degli indagati che sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE