Roma, allacci abusivi alla rete elettrica anche in centro città, arrestati 6 tunisini
Dopo la denuncia per occupazione abusiva di un appartamento nei pressi del Pantheon di un ente ecclesiastico i carabinieri intervenuti hanno riscontrato anche il furto di energia elettrica. Inoltre nell'appartamento sarebbero state rinvenute alcune dosi di droga.
Carabinieri San Pietro scoperto allaccio abusivo rete elettrica
(AGR) Dopo la denuncia per occupazione abusiva di un Ente ecclesiastico nei pressi del PantheonI Carabinieri della Stazione di Roma San Pietro e quelli della Stazione Roma Piazza Farnese hanno arrestato 6 cittadini tunisini, di età compresa tra i 20 e i 42 anni, tutti già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati del reato di furto aggravato.
Acquisita la denuncia per un’occupazione abusiva di un appartamento in via Salita de’ Crescenzi, nei pressi del Pantheon, di proprietà di un ente ecclesiastico, i Carabinieri sono intervenuti per una verifica, trovando all’interno i 6 uomini. A seguito di mirati accertamenti svolti con il personale della società di fornitura elettrica “A-reti”, è emerso che l’abitazione occupata dagli indagati era stata allacciata abusivamente alla rete elettrica. Il danno è in corso di quantificazione.
Denunciati per occupazione abusiva e segnalati alla Prefettura perché in casa sono state trovate anche alcune dosi di hashish e cocaina, i 6 indagati sono stati condotti presso le aule del Tribunale di Roma dove, ad esito del rito direttissimo, il loro arresto è stato convalidato.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari per cui gli indagati sono da considerarsi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.
Quanto sopra, si comunica, nel rispetto degli indagati che sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.