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"Papayaga" torna ad Anzio dopo aver compiuto un giro del mondo a vela durato vent'anni

A spasso per gli oceani con la famiglia, il musicista Giovanni Malquori torna ad Anzio dopo vent'anni di avventure e scoperte. Un giro del mondo a tappe è diventato la realizzazione di un sogno: sostenibile sia dal punto di vista economico, sia nella gestione del lavoro e della famiglia.

printDi :: 04 luglio 2025 16:17
Papayaga ed il suo equipaggio saluta gli amici che sono venuti ad accoglierli

Papayaga ed il suo equipaggio saluta gli amici che sono venuti ad accoglierli

(AGR) Testo e foto di Gianni Loperfido

Torna ad Anzio dopo aver compiuto un autentico giro del mondo a vela nel quale ha impiegato esattamente vent’anni. Un’impresa eccezionale che “Papayaga”, una barca di quasi 12 metri, ha compiuto col suo proprietario Giovanni Malquori, musicista, che si è avventurato in un’esperienza di vita e di mare straordinaria.

 
Il primo luglio 2005, allora 39enne, Malquori, dopo aver creato e diretto le “Officine Musicali del Borgo”, decide di partire da Anzio per un “sogno sostenibile”, ossia: navigare a vela in Oceano, ma non vuole “mollare tutto” e dunque, porta con sé famiglia, passioni e lavoro.

Con la sua Alpa 11,50 inizia il “suo sogno sostenibile” e trascorre lunghi periodi in mare da solo o accompagnato dai familiari, coinvolgendo amici nelle varie navigazioni alla scoperta di nuova vita e sognati mondi marini. Approfitta di ogni momento libero e propizio, in questi ultimi vent’anni, per avventurarsi tra gli oceani in un giro del mondo a vela a tappe, per ritornare ad Anzio esattamente il primo luglio 2025.

Sulla banchina, accanto alla Capitaneria di Porto, una nutrita folla di amici in festa accoglie “Papayaga” che si avvicina lentamente all’ormeggio. Lo skipper Giovanni Malquori: “E’ incredibile... questo momento, è stato un viaggio affascinante, sempre ricco di emozioni. Un viaggio fatto di tante avventure e tanti momenti felici, tutti belle anche quelli più difficili…”

Racconta che il luogo che l’ha colpito di più, senza dubbio, è stato l’oceano Pacifico con la Polinesia, ma cita anche l’isola di Palmarola…a 30 miglia marine da Anzio “La nostra isola delle Pontine è proprio unica.”

Vent’anni a girovagare nei mari di tutto il mondo, i pericoli scampati e le mareggiate incontrate: “Le difficoltà con il mare grosso sono state tante, perché con il mare contrario di prua i marosi sono duri da affrontare. Ma un episodio davvero pericoloso è stato l’incidente che ho avuto con una petroliera in Venezuela.

Di notte, navigando da solo, sono finito contro la fiancata della nave rischiando di affondare. Meno male che la mia barca è solida, costruita all’antica, con tanto materiale e grossi spessori di vetroresina. Ho urtato sulla fiancata della nave direttamente con la prua; si è piegata la crocetta dell’albero ma per fortuna la superficie incontrata era liscia, senza nessun gancio sporgente e questo non ci ha creato altri problemi. Diversa è la situazione quando il mare è mosso… ma questo fa parte del gioco di ogni velista. Come attrezzatura velica, nei momenti normali, usavo randa, yankee e trinchetta a prua; nei momenti più duri passavo alla sola fondamentale trinchetta, con due-tre mani di terzaroli alla randa.”

Papayaga è un veliero del 1974, di solide qualità costruttive, precisa e governabile, le sue doti nautiche la rendono affidabile e puntuale fino alla meta.

La vediamo entrare cautamente nel porto di Anzio al calar della sera, poco dopo le ore 19,00. A prua, la figlia ventinovenne Carlotta, con la cima in mano pronta per l’ormeggio, rivolge uno sguardo veloce al padre al timone e poi ancora verso poppa, la ragazza, rivelerà poi che è stata colta da una visione inverosimile: si è rivista nel momento in cui, a nove anni d’età, si accingevano a fare il primo rifornimento di gasolio proprio al distributore in cima al molo, per poi lasciare definitivamente Anzio, vent’anni prima. Un flashback incredibile.

Dopo l’attraversamento dell’oceano Atlantico e tre anni trascorsi ai Caraibi la famigliola riunita si dirige in Venezuela, a Los Roques, isole meravigliose, poi in Colombia. Quindi, passato il Canale di Panama, entrava nel Pacifico.

Dopo dieci anni passati in Atlantico, Giovanni Malquori matura l’idea di attraversare anche il Pacifico. Sapeva che la traversata sarebbe stata più lunga, ma a quel punto, con i figli ormai diciottenni e non più bambini, e con la scuola di musica ben avviata e consolidata, poteva prendersi più tempo per navigare.

Nel 2014 attraversa il Pacifico e arriva alle isole Marchesi, poi la Polinesia, dove Papayaga si ferma per tre anni.

Indescrivibili queste isole, rese leggendarie dai racconti del navigatore Bernard Moitessier. Straordinarie le sensazioni quando si approda su un atollo deserto e si riesce a restare isolati, fuori dal resto del mondo, per settimane o mesi.

Con due figli maggiorenni e il neonato Gabriele, avuto con la nuova compagna Letizia, Malquori ha continuato a viaggiare: il terzo figlioletto ha fatto il suo primo bagno a Bora Bora…!E così, quello che appariva un compromesso o una trovata – questo suo giro del mondo a tappe – è diventato la realizzazione di un sogno: sostenibile sia dal punto di vista economico, sia nella gestione del lavoro e della famiglia.

Grazie ai moderni sistemi AIS di tracciamento automatico del traffico marino, oggi, infatti, si può navigare controllando posizione, rotta, velocità e identità delle unità navali, rendendo le imbarcazioni più visibili e contribuendo alla sicurezza in mare.

L’imbarcazione a vela Papayaga ha continuato a navigare in Australia, tra mille difficoltà e mille miglia in tre settimane, tra reef, correnti impetuose e passaggi stretti.

A terra, coccodrilli; in mare, squali, meduse e serpenti. Poi ha attraversato l’oceano Indiano, che purtroppo ha trovato molto inquinato dalla plastica.

Doppiato il Capo di Buona Speranza in inverno – dopo qualche giorno di attesa per difficoltà meteo – è risalito lungo l’Africa, toccando l’isola di Sant’Elena (che gli appare nella nebbia come una fortezza), l’isola di Ascension e poi Praia di Capo Verde, dopo 4.100 miglia dall’estremità sudafricana.Infine le Colonne d’Ercole, con l’impressionante traffico per attraversare Gibilterra, infine il ritorno nel Mediterraneo poi la Sardegna e il ritorno a casa, ripassando per l’amata Palmarola, e concludere il suo “sogno sostenibile”.

Photo gallery

Papayaga attracca alla banchina del porto di Anzio dopo vent'anni
Papayaga attracca alla banchina del porto di Anzio dopo vent'anni
Papayaga in navigazione nella baia
Lo skipper musicista Giovanni Malquori

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