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Palermo, concorsi truccati e giro di false certificazioni, due arresti domiciliari

Eseguite dai Nas due ordinanze di custodia cautelare ed 11 misure di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ed interdizione dai pubblici uffici. Indagine dei NAS al policlinico di Palermo, nei concorsi venivano fissati criteri di selezioni più favorevoli a candidati raccomandati

printDi :: 08 aprile 2022 11:33

(AGR) Nel giugno del 2019 un medico del Policlinico Universitario “Paolo Giaccone” di Palermo presentava una denuncia nella quale segnalava dei comportamenti illeciti posti in essere dal Direttore di un Dipartimento del citato ospedale, in particolare che avesse influenzato un concorso universitario per la nomina di un professore ordinario.

A seguito della suddetta denuncia veniva avviata una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo e condotta dai NAS , dalla quale emergevano una serie di condotte nel settore dei concorsi, verosimilmente mirate a condizionare ed alterare il naturale esito della procedura selettiva per la copertura di posti di Professore Universitario e/o Ricercatori favorendo, a prescindere dagli effettivi meriti e nell’ambito di un "patto dell'alternanza" con un altro indagato, i candidati legati ad uno o all’altro complice, grazie anche alla collusione di altri membri delle commissioni, spesso designati fra soggetti a loro vicini.

 
Dalle investigazioni, sviluppate anche con l’ausilio di attività tecniche, emergeva che questo obiettivo veniva perseguito con diverse metodologie, sia influendo sulle modalità di fissazione dei criteri di valutazione dei candidati e dei loro titoli, sia carpendo, con la collaborazione di membri delle commissioni, minute dei punteggi provvisori attribuiti dai commissari ai candidati e raccogliendo informazioni destinate a rimanere segrete, anche allo scopo di far redigere nuove graduatorie provvisorie o inserire, nei verbali di riunione delle commissioni, criteri di selezione più favorevoli ai candidati di loro gradimento, fino a ricorrere all’invio di lettere, di cui veniva raccomandata l’immediata distruzione dopo la lettura, nelle quali venivano segnalati i candidati di gradimento.

Nel corso della medesima indagine emergevano gravi indizi di colpevolezza in ordine al fatto che il Dirigente, grazie alla sua posizione e ricorrendo alla collaborazione di altri medici, fra cui la figlia, nonostante non fosse stato presente, veniva ufficialmente inserito in equipe chirurgiche nei registri informatici del Policlinico di Palermo, attestando falsamente la sua partecipazione ad interventi chirurgici, compiuti in realtà da altri medici. Inoltre, essendo autorizzato a svolgere attività libero professionale in regime di cd. intra-moenia interna, risulterebbe:

- essersi appropriato di somme di denaro comprese tra i 100 e i 200 euro, che costituivano i compensi pagati da 68 pazienti per visite eseguite tra luglio 2019 ed ottobre 2020, senza riversare all'Azienda Sanitaria la percentuale ad essa spettante:

- aver omesso di comunicare all’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico "P. Giaccone" di Palermo lo svolgimento nel periodo di nove mesi della sua attività libero-professionale, comprendente, tra le altre, le citate visite a pagamento effettuate ai pazienti, inducendo così in errore il datore di lavoro sul rispetto del vincolo di esclusività e procurandosi un ingiusto profitto.

Inoltre il suddetto indagato, utilizzando la sua rete di relazioni, avrebbe usato la sua influenza su alcuni sanitari compiacenti, per far rilasciare ai suoi due figli, entrambi medici, delle false attestazioni di malattia, sia allo scopo di giustificare, mediante l’esibizione della falsa certificazione medica al datore di lavoro pubblico, nella fattispecie strutture ospedaliere, l'assenza dal servizio ma soprattutto, per ottenere un referto che attestasse falsamente delle lesioni subite dalla figlia e da questa allegato successivamente ad una querela contro l’ex coniuge, che conduceva all’instaurazione di un procedimento penale a carico di quest’ultimo, anche per il reato di lesioni personali aggravate.

A conclusione della citata attività di indagine, questa mattina i militari del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Palermo hanno eseguito un provvedimento emesso dal G.i.p. del Tribunale di Palermo in accoglimento delle richieste della Procura della Repubblica di Palermo, consistente in una ordinanza di:

- custodia cautelare con contestuale sottoposizione agli arresti domiciliari, in Palermo, nei confronti dell’ex professore universitario e dirigente dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “P. Giaccone” di Palermo, attualmente in quiescenza e della figlia, chirurgo plastico, in relazione ai fatti esposti ed all’episodio legato alla falsa certificazione che sarebbe stata usata per incolpare un innocente;

- interdizione dai pubblici uffici della durata di mesi 12 e sottoposizione all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altri 11 indagati, di cui 5 sono soggetti in servizio presso la medesima Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “P. Giaccone” di Palermo.

Numerosi i reati contestati dall’Autorità Giudiziaria, a vario titolo, ai suddetti soggetti, ai quali si aggiungono altre 10 persone indagate in stato di libertà, quali: corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.

Nel contesto della vicenda si evidenziava, seppur per condotte autonome, anche un infermiere del medesimo Policlinico, il quale con modalità fraudolente avrebbe attestato falsamente la suapresenza in servizio presso la sede lavorativa nonché, in una occasione, avrebbe prelevato dei medicinali dalla farmacia di un reparto della struttura sanitaria, per cederli ad una terza persona.

Si ribadisce che, i destinatari delle citate misure sono, allo stato, indiziati in merito ai reati contestati e che la loro posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una eventuale sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

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carabinieri foto NAS indagine
carabinieri foto NAS indagine
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