Municipio X, sul piano freddo i conti non tornano
Possanzini :sul piano freddo carenze inaccettabili di Roma e del Municipio X. Non basta delegare tutto al lavoro di associazioni e volontari. Il Campidoglio deve farsi parte attiva reclutando figure professionali necessarie e mettendo a disposizione strutture
il giaciglio di un senza fissa dimora
(AGR) Dopo la morte del clochard dinanzi all'ingresso del palazzo del Governatorato torna all'attenzioe dell'opinione pubblica la questione dei senza fissa dimora. "Ogni anno è sempre la stessa storia. L’arrivo della stagione fredda viene considerato dalle Istituzioni come una iattura, qualcosa di improvviso, una sorta di incidente di percorso. - afferma Marco Possanzini, portavoce di Sinistra Italiana X Municipio - Se quest’anno il Municipio X ha potuto attivare il Piano Freddo è solamente grazie al prezioso, competente e tenace lavoro di associazioni e volontari che, nonostante tempi e risorse ridotte all’osso, procedure anticovid da organizzare hanno accettato la sfida di organizzarsi per partecipare alla manifestazione di interesse promossa dal Municipio X. L’inadeguatezza dell’Amministrazione Municipale in carica non si misura solamente nella discutibile scelta, “Ponzio Pilato” style, di delegare interamente a terzi la gestione del Piano Freddo ma si concretizza nell’aver preventivato solamente 15 posti d’accoglienza, a fronte di un bacino molto ma molto più ampio, ben sapendo che il dormitorio della Caritas è chiuso da tempo. A Roma Capitale sono più di 3000 le persone censite dai servizi sociali che vivono in strada. Davanti a questo dato parziale quanto allarmante, sono stati allestiti dal Comune di Roma, per altro in piena pandemia, solamente 800 posti letto. E’ necessario che l’amministrazione pubblica invece di fare continui passi di lato, uscendo di scena e sfilandosi dalle responsabilità dirette, inizi a fare coraggiosamente qualche passo in avanti attivando serie politiche sociali di cui abbiamo un estremo bisogno. Ad esempio è necessario iniziare a pensare che i servizi sociali di ogni Municipio di Roma Capitale non possono essere anno dopo anno sempre più sguarniti di risorse economiche ed umane.
Roma Capitale - continua Marco Possanzini nella sua disamina - deve tornare ad assumere assistenti sociali, progettisti, psicologi, figure professionali specifiche, deve promuovere accordi con le ASL territoriali al fine di garantire la necessaria assistenza sanitaria, senza distinzioni, a tutte le persone senza fissa dimora, deve mettere mano ai regolamenti comunali modificando le storture esistenti, deve mettere a disposizione tutti gli edifici pubblici inutilizzati per strutturare l’accoglienza dei meno fortunati h24, 365 giorni l’anno.