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Bologna, maltrattamenti agli anziani, arrestati dai NAS

I NAS Carabinieri di Bologna hanno eseguito quattro arresti ai domiciliari nei confronti del gestore di una struttura ricettiva per anziani e di 3 collaboratrici, responsabili di maltrattamento, omissione di soccorso, esercizio abusivo professione sanitaria.

printDi :: 16 novembre 2020 15:58
Bologna, maltrattamenti agli anziani, arrestati dai NAS

(AGR) Nella mattinata odierna, a conclusione dell’indagine denominata “Inferno”, il NAS Carabinieri di Bologna, ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del gestore di una struttura ricettiva per anziani e di 3 collaboratrici, ritenuti responsabili di maltrattamento, omissione di soccorso ed esercizio abusivo della professione sanitaria.

L’attività investigativa ha consentito di individuare la sistematica e continuata modalità violenta, minacciosa e ingiuriosa con cui gli indagati si rapportavano ai 9 anziani ospiti ultraottantenni della struttura, provvedendo altresì a somministrare terapie in assenza di prescrizione medica e di propria iniziativa.

 
L’indagine ha messo in luce, altresì, un episodio di omissione di soccorso nei confronti di un anziano ospite della casa famiglia, di anni 83, poi deceduto per cause naturali, ricoverato lo scorso gennaio all’Ospedale di Bazzano per lesioni sospette tali da motivare una segnalazione da parte della direzione ospedaliera.

Proprio iniziando da quell’episodio, gli accertamenti si sono sviluppati durante il periodo di “lock-down” nazionale, monitorando prima la struttura attiva inizialmente in Valsamoggia (BO) e successivamente trasferita arbitrariamente presso un albergo di Zocca (MO), a seguito dell’alienazione, da parte della titolare della casa famiglia, dell’immobile ove aveva sede l’attività.

La donna ha quindi proseguito l’attività all’interno di una struttura alberghiera, in violazione della disciplina che regola il funzionamento delle strutture socio assistenziali per anziani, nella convinzione di poter guadagnare l’anonimato con conseguente elusione dei controlli ispettivi, non solo dal punto di vista fiscale, ma anche dagli obblighi di dover applicare le misure di sicurezza nei luoghi di lavoro e di prevenzione dal contagio epidemico da COVID-19. Alle indagate vengono contestate ulteriori violazioni relative all’attivazione di una struttura socio assistenziale in assenza di autorizzazione, all’abuso nella somministrazione di farmaci, alla carenza di procedure organizzative e gestionali nonché all’assenza di regolari contratti di lavoro delle maestranze impiegate.

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