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APPI, cresce l'affluenza nei parchi acquatici e totale estranietà ai provvedimenti emanati dai NAS

L'Associazione Parchi Permanenti Italiani chiarisce che tra gli associati non ci sono parchi acquatici colpiti dalla disposizione. La definizione di “parchi acquatici” utilizzata dagli organi di stampa non è precisa, i provvedimenti coinvolgono principalmente piscine di hotel o di circoli sportivi

printDi :: 11 agosto 2022 22:55
Luciano Pareschi presidente APPI

Luciano Pareschi presidente APPI

(AGR) I due anni complicati causati dalla pandemia, che hanno provocato ai parchi divertimento una perdita del 75% nel 2020 e del 50% nel 2021, sono ampiamente superati dai numeri che si registrano nella stagione in corso: l’andamento dei parchi acquatici, complice il grande caldo di questa estate, è estremamente positivo, con un incremento a doppia cifra in termini di affluenza rispetto al 2019 e punte che toccano addirittura il +40%. L’unica nota negativa è rappresentata dall’aumento esponenziale dei costi dell’energia, raddoppiati rispetto al passato e che determineranno una netta riduzione degli utili.

In merito alla notizia dell’ispezione di diverse piscine sul territorio nazionale e dei provvedimenti di chiusura disposti dai NAS, l’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Confindustria, chiarisce che tra gli associati non ci sono parchi acquatici colpiti dalla disposizione.

In Italia i parchi acquatici sono 100: l’Associazione ritiene che la definizione di “parchi acquatici” utilizzata da diversi organi di stampa non sia precisa, perché i provvedimenti coinvolgono principalmente piscine di hotel o di circoli sportivi e, a quanto si apprende, nella maggior parte dei casi abusive, quindi al di fuori di qualsiasi controllo. I parchi acquatici che fanno capo a PPI sono invece costantemente assoggettati alle ispezioni della Commissione Provinciale di Controllo e ASL, che certificano l’effettiva applicazione di tutti i protocolli.

Il rispetto delle normative tecniche a livello nazionale ed europeo è un requisito fondamentale per entrare a far parte dell’Associazione, per garantire la sicurezza tanto degli ospiti quanto del personale. E sempre a proposito di sicurezza, l’Associazione offre ai parchi acquatici un servizio di assistenza e di consulenza orientato alla continua e costante sanificazione delle acque.

“Tra i nostri associati – dichiara Luciano Pareschi, Presidente Associazione Parchi Permanenti Italiani – non ci sono stati problemi. Ben vengano i controlli che premiano chi ha investito in impianti di trattamento delle acque moderni e sicuri, doverosa quindi la verifica dei NAS e fondamentale la chiusura delle strutture non a norma, perché il discredito di chi non opera correttamente ricade sull’intera categoria. Auspichiamo che in futuro queste ispezioni vengano effettuate ad inizio stagione, in modo che i provvedimenti siano subito effettivi, scongiurando situazioni dannose per la salute degli ospiti ed evitando la concorrenza sleale che queste strutture provocano a danno di tutta la categoria”.

Il comparto dei Parchi Permanenti Italiani è composto da circa 230 aziende tra parchi tematici, faunistici, avventura e acquatici, e nel 2019 ha generato un giro d’affari di 450 milioni di euro riferiti alla biglietteria, cifra che sale a 1 miliardo con l’indotto interno ai parchi, come la ristorazione e il merchandising, e a 2 miliardi considerando l’indotto esterno, relativo ad esempio a centri commerciali, hotel e altri servizi in prossimità dei parchi. A livello di occupazione, il settore impiega 25.000 persone tra fissi e stagionali, 60.000 con l’indotto. Nel 2019 sono stati 20 milioni i visitatori provenienti dall’Italia, a cui si aggiungono 1,5 milioni di stranieri, per un totale di 1,1 milioni di pernottamenti in hotel.

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