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Anzio, ai domiciliari per maltrattamenti, a meno di un mese dalla fine della pena, continua a minacciare l'ex..... arrestato

“Il giorno che esco scanno chiunque trovo dentro il mio appartamento”. Sono le minacce che hanno convinto la donna a chiedere aiuto agli agenti del Commissariato Anzio-Nettuno, ai quali ha raccontato la lunga scia di persecuzioni e minacce anche dopo la condanna

printDi :: 30 giugno 2025 18:08
Polizia Anzio intervenuta

Polizia Anzio intervenuta

(AGR) Era ai domiciliari da tre anni dopo essere stato condannato per il reato di maltrattamenti nei confronti dell’ex compagna, ma ha continuato a minacciarla con un’escalation crescente in vista del suo ormai imminente rientro in libertà. L’uomo, un quarantacinquenne di origini calabresi, è stato arrestato dalla Polizia di Stato ed è ora ristretto in carcere.

“Il giorno che esco scanno chiunque trovo dentro il mio appartamento”. Sono alcune delle parole pronunciate che hanno convinto la donna a chiedere aiuto agli agenti del Commissariato Anzio-Nettuno, ai quali ha denunciato la lunga scia di minacce e persecuzioni mai sopite anche dopo la condanna a lui inflitta dal 2022, a seguito della quale era stato ristretto in regime di arresti domiciliari in una cooperativa agricola.

 
A partire dallo scorso maggio però, a meno di due mesi dal suo “fine pena”, le intimidazioni e le offese che non aveva mai smesso di rivolgerle hanno incominciato ad intensificarsi con cadenza quotidiana. Dai primi tentativi di contatto, motivati dalla scusa della gestione dei loro tre figli minori, l’uomo aveva poi imperversato contro di lei dopo aver appreso che, per far fronte alle spese economiche, la donna aveva scelto di ospitare in casa una coppia di amici.

A quel punto, in preda all’ira, aveva incominciato ad incalzarla con centinaia di chiamate e messaggi a contenuto minaccioso, con una cadenza divenuta sempre più insistente nel giro di poche settimane.

L’escalation si è poi bruscamente interrotta solo dopo il 3 giugno, quando la donna si è presentata in Commissariato per denunciare quanto le stava accadendo e rappresentare il timore per le ritorsioni che avrebbe potuto subire dall’uomo una volta tornato a casa al termine della sua pena.

Gli elementi raccolti dagli agenti nei suoi confronti hanno determinato la richiesta da parte del Pubblico Ministero di applicazione della misura cautelare in carcere, accolta dal Giudice delle Indagini Preliminari.

Il quarantacinquenne, già condannato per maltrattamenti, è gravato da numerosi precedenti penali, tra cui la partecipazione ad associazione mafiosa, nonché reati relativi alla detenzione di armi clandestine, stupefacenti e lesioni.Si precisa che, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, l’indagato è da ritenere presunto innocente fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile. 

Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi  presunto  innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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